**Rinascita agricola nella RDC: verso una trasformazione del settore caffè-cacao?**
La Repubblica Democratica del Congo (RDC) possiede un patrimonio ricco e complesso, soprattutto in termini di produzione agricola. Un tempo riconosciuta come uno dei leader africani nella coltivazione di caffè e cacao, la RDC ha assistito nel corso dei decenni al declino del suo settore agricolo, dovuto in gran parte a sconvolgimenti politici, conflitti armati e mancanza di investimenti. Tuttavia, oggi, mentre il Paese contempla ambiziose riforme, è essenziale chiedersi: la RDC può davvero riscoprire e sfruttare il suo immenso potenziale agricolo?
### Un passato fiorente e un presente in rovina
Prima degli anni ’70, la Repubblica Democratica del Congo, all’epoca colonia belga, era rinomata per la liofilizzazione del caffè e del cacao e gran parte del suo territorio, in particolare la provincia del Congo Centrale intorno a Lukula, era dedicata alla coltivazione del cacao. Gli sfortunati inizi della zairianizzazione, avviata dal regime di Mobutu, portarono al collasso di questo settore. Le piantagioni abbandonate, la frammentazione delle aziende agricole e l’emarginazione dei piccoli agricoltori segnano ancora la memoria.
Secondo studi recenti, dalla fine degli anni ’70 a oggi, il Paese ha perso circa il 90% della sua capacità produttiva di cacao. Gli attuali circa 3.250 ettari coltivati a Lukula sono la prova di un sistema diventato vulnerabile, con i piccoli produttori che faticano a competere con giganti come la Costa d’Avorio e il Ghana, che dominano il mercato con aziende agricole altamente meccanizzate e professionalizzate.
### Iniziative di rinnovamento: luce alla fine del tunnel?
Dal 2020 si profilano all’orizzonte iniziative innovative. Le cooperative come COCAMA e SOPAM svolgono un ruolo fondamentale nel fornire supporto tecnico e finanziario ai piccoli produttori. Questi gruppi rappresentano una soluzione pragmatica ai fallimenti del passato, restituendo agli agricoltori le chiavi del proprio successo. Il finanziamento di 500.000 dollari consentirà a SOPAM di rilanciare 150 ettari di piantagioni, formando al contempo nuovi produttori. Questo apprendimento è essenziale per trasmettere non solo competenze tecniche, ma anche per incoraggiare un approccio collettivo alle sfide comuni.
L’iniziativa “Cacao Tshopo” nella provincia di Tshopo è un esempio eloquente di questa ricerca della qualità. Il campione in Svizzera, che ha rivelato una qualità eccezionale, dimostra che, anche con una produzione limitata, la RDC può competere sul mercato internazionale. Tuttavia, con una produzione attuale di 800 tonnellate all’anno, la strada per soddisfare la domanda globale resta irta di ostacoli: il divario tra produzione e domanda sarà difficile da colmare..
### Obiettivi ambiziosi: realistici o illusori?
Il governo congolese ha fissato obiettivi ambiziosi, puntando a una produzione annuale di 3 milioni di tonnellate di cacao entro il 2030. Tuttavia, questa quota solleva interrogativi: da un lato, è realizzabile date le infrastrutture e le attuali condizioni di lavoro? D’altro canto, queste ambizioni non rischiano di sfociare in metodi di sfruttamento insostenibili o addirittura nella deforestazione, se non sono accompagnate da una riflessione ecologica?
È vero che la RDC beneficia di un’area agricola impressionante, con 80 milioni di ettari di terra coltivabile. Tuttavia, lo sfruttamento delle risorse naturali deve avvenire in armonia con la salvaguardia dell’ambiente. Promuovere l’agroforestazione e lo sviluppo sostenibile è un’opportunità, ma richiede notevoli investimenti nelle infrastrutture e nella formazione dei produttori.
### Sfide da superare: infrastrutture e istruzione
Restano ancora diverse sfide. Le infrastrutture stradali sono scadenti e rendono difficile l’accesso ai mercati. Inoltre, la mancanza di meccanizzazione rende i produttori dipendenti da metodi arcaici, limitandone la produttività. Queste sfide sono aggravate dall’accesso limitato ai finanziamenti, una barriera spesso insormontabile per le piccole cooperative.
L’istruzione è un elemento chiave. I programmi di formazione dovrebbero essere orientati verso pratiche agricole sostenibili, rafforzando nel contempo le capacità di gestione. Ciò consentirà ai produttori di comprendere non solo la coltivazione del cacao, ma anche come gestire la loro attività. Anche la certificazione recentemente ottenuta per l’esportazione verso l’Unione Europea dovrebbe rafforzare la fiducia degli investitori.
### Conclusione: dalla visione all’azione
Poiché la RDC mira a riconquistare il suo status di leader mondiale nella coltivazione del cacao, è necessario un impegno collettivo abbinato a una strategia pragmatica. Il successo di queste iniziative dipenderà dalla capacità degli stakeholder di superare le sfide strutturali esistenti, di promuovere un approccio integrato ai settori e di garantire una trasformazione moderna e sostenibile.
Se la RDC riuscisse a trasformare le sue ambizioni in realtà, potrebbe non solo ritrovare il suo antico splendore, ma anche svolgere un ruolo fondamentale nello sviluppo agricolo sostenibile in Africa e oltre. Così facendo, il Paese potrebbe ricordare al mondo che dietro le immagini spesso dipinte di caos e conflitto si nasconde una nazione resiliente, pronta a risorgere dalle proprie ceneri. Non possiamo che sperare che questa rinascita non sia solo un barlume passeggero, ma un rinnovamento duraturo.