L’Eid El-Fitr, una celebrazione importante per la comunità musulmana, ha segnato la fine del mese sacro del Ramadan nella Repubblica Democratica del Congo (RDC). Al di là dell’aspetto religioso, questo evento ha un significato profondo per i fedeli che osservavano il digiuno per quasi 30 giorni.
A Kinshasa, la moschea Mousazama è stata teatro di massicci raduni, riunendo credenti venuti per partecipare alle preghiere e ai festeggiamenti dell’Eid. Iman Sheikh Alli Mouhamad Kintenge ha colto l’occasione per inviare un messaggio di pace e di convivenza pacifica ai paesi confinanti della RDC, sottolineando l’importanza di vivere insieme in armonia e rispetto reciproco.
Per Moussa l’esperienza del digiuno era una sfida quotidiana, ma la sua fede in Allah gli ha permesso di perseverare. Dopo la preghiera, i fedeli si sono riuniti con familiari e amici, condividendo un pasto che simboleggia non solo il nutrimento fisico ma anche la fraternità e l’amore verso il prossimo.
Nella provincia di Maniema, culla dell’Islam nella RDC, anche i credenti di Kindu hanno celebrato con fervore l’Eid. Uomini, donne, giovani e anziani si sono riuniti in diversi luoghi di preghiera, entusiasti di ritrovare i nuovi echi delle moschee e dello stadio di pallavolo nel comune di Mikelenge.
L’Imam Sheikh Amurani Yuma Bungias ha incoraggiato i fedeli a continuare la loro vita di santificazione anche dopo il Ramadan, sottolineando l’importanza di mantenere una condotta sana e virtuosa nella loro vita quotidiana.
Pertanto, la celebrazione dell’Eid El-Fitr nella RDC è stata un’opportunità per la comunità musulmana di riunirsi, pregare insieme e rafforzare i legami di solidarietà e fraternità. Al di là delle differenze, questo festival ricorda l’importanza della pace, del rispetto e della tolleranza per una società armoniosa e inclusiva.