I parlamentari francesi stanno attualmente discutendo un disegno di legge per vietare la discriminazione basata sulla struttura, la lunghezza, il colore o lo stile dei capelli di una persona. La misura innovativa spera di inviare un messaggio di sostegno ai neri e ad altre persone che hanno dovuto affrontare ostilità sul lavoro e altrove a causa dei loro capelli.
Il promotore del disegno di legge, Olivier Serva, deputato originario della Guadalupa, ha affermato che, se verrà adottato, la Francia diventerà il primo paese al mondo a riconoscere la discriminazione dei capelli su scala nazionale. Questo disegno di legge modifica le misure antidiscriminatorie esistenti nel codice del lavoro e nel codice penale per vietare esplicitamente la discriminazione contro le persone con capelli ricci, crespi o altre acconciature percepite come non professionali, nonché contro le persone calve.
Sebbene il disegno di legge non affronti specificamente la discriminazione razziale, ne costituisce la motivazione principale. Olivier Serva sostiene che le persone che non si adattano alle norme eurocentriche vanno incontro a discriminazioni, stereotipi e pregiudizi.
Questo disegno di legge, se approvato, rafforzerà la lotta contro la discriminazione basata sui capelli naturali, una situazione che molti hanno riscontrato in passato. Si tratta di una questione profonda che mira a consentire a tutti di abbracciare la propria bellezza naturale senza paura di essere giudicati o discriminati.
In Francia, dove la raccolta dei dati razziali non viene effettuata ufficialmente, i sostenitori del disegno di legge sperano che la misura aiuti le persone a essere orgogliose dei propri capelli naturali, a lungo stigmatizzati come “difficili” o “incontrollabili”.
Questo disegno di legge non è solo una questione di capelli: riguarda il riconoscimento delle identità individuali e l’accettazione della diversità in tutte le sue forme. Creando un ambiente in cui ognuno si sente libero di essere se stesso, la società si muove verso l’eliminazione dei pregiudizi e della discriminazione, garantendo un futuro più inclusivo ed equo per tutti.