L’Organizzazione Internazionale della Francofonia (OIF), garante dei valori francofoni, si trova attualmente sotto accusa per il suo silenzio di fronte alla crisi nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), aggravata dall’aggressione del Ruanda, anch’essa un paese membro dell’OIF. Il silenzio dell’OIF di fronte all’escalation del conflitto nel Nord Kivu, segnato dall’invasione delle truppe ruandesi e dal sostegno al gruppo terroristico M23, è stato fortemente criticato dal vice primo ministro e ministro degli Affari esteri e della Francofonia della Repubblica Democratica del Congo.
In una dichiarazione ufficiale, il ministro ha deplorato l’inazione dell’OIF, che va contro i suoi principi fondanti di solidarietà, pace e rispetto dei diritti umani. Lui ha sottolineato che l’OIF deve condannare fermamente l’aggressione del Ruanda contro la RDC e adottare misure concrete per risolvere la crisi di sicurezza nella regione. Questa posizione del ministro congolese evidenzia le sfide che l’OIF deve affrontare in termini di diplomazia e azione collettiva all’interno dei suoi Stati membri.
La RDC, essendo la seconda nazione francofona più grande, resta fedele agli ideali della Francofonia ma chiede una risposta più proattiva da parte dell’OIF alla situazione attuale. Il comunicato stampa fa parte dei preparativi della RDC per il prossimo vertice della Francofonia in Francia nel 2024, dove dovrà riaffermare la sua visione della Francofonia e il suo ruolo cruciale all’interno della comunità francofona globale.
È innegabile che l’OIF dovrà dimostrare maggiore efficienza e impegno nella risoluzione dei conflitti interni ai suoi Stati membri, al fine di preservare l’unità e la fiducia all’interno della comunità francofona. La crisi nella RDC evidenzia la necessità che l’OIF concili le sue azioni con i suoi valori fondanti e la sua Carta, al fine di contribuire attivamente alla promozione della pace e della solidarietà all’interno della comunità francofona globale.