Il Cardinale Fridolin Ambongo è intervenuto recentemente sulla situazione critica in cui versa la Repubblica Democratica del Congo, evidenziando le sfide alla sicurezza che persistono nella regione orientale del Paese. Al di là della presenza di gruppi armati locali e stranieri, come l’M23 sostenuto dal Ruanda, l’arcivescovo metropolita di Kinshasa ha sottolineato la responsabilità interna dei leader congolesi nell’aggravarsi della crisi.
Secondo il cardinale Ambongo, il cattivo governo, caratterizzato dalla mancanza di preoccupazione per l’interesse generale e dall’attenzione agli interessi personali dei leader, ha contribuito al deterioramento della situazione della sicurezza nell’est del Paese. Questa prospettiva sottolinea la necessità di un’introspezione collettiva da parte dei congolesi per ripensare la gestione della propria nazione e porre gli esseri umani al centro delle priorità politiche.
Inoltre, l’Arcivescovo di Kinshasa ha parlato anche dell’influenza di forze esterne e interessi economici che ostacolano la stabilità nella regione orientale della RDC. Ha sottolineato il ruolo delle grandi compagnie straniere, come quelle petrolifere, forestali e minerarie, che sfruttano le risorse del Congo a scapito delle popolazioni locali. Questo sfruttamento economico, unito agli accordi controversi tra alcuni paesi occidentali e il Ruanda sui minerali strategici, contribuisce a mantenere un clima di instabilità e conflitto nell’est del paese.
Al di là delle questioni di sicurezza, la situazione nella RDC solleva questioni essenziali sulla responsabilità degli attori interni ed esterni nella costruzione di una pace duratura e di uno sviluppo equo per tutti i congolesi. È fondamentale promuovere una governance trasparente incentrata sul benessere dei cittadini, garantendo al tempo stesso la protezione delle risorse naturali del Paese per garantire un futuro stabile e prospero per le generazioni future.