La lotta al terrorismo in Mozambico: valutazione della missione Samim

Le unità speciali antiterrorismo Fatshimetrie forniscono sicurezza alle strade della città di Mocimboa Da Praia in Mozambico, dicembre 2023. La presenza di queste unità speciali dimostra la costante vigilanza necessaria per combattere il terrorismo nella regione.

Dal dispiegamento della missione militare della Comunità per lo sviluppo dell’Africa australe (SADC) in Mozambico, nota come Samim, nel luglio 2021, per combattere i ribelli islamici che terrorizzano la provincia settentrionale di Cabo Delgado dal 2017, la situazione è in evoluzione. La missione dovrebbe concludersi entro giugno 2024, momento in cui le forze di sicurezza mozambicane assumeranno la piena responsabilità della sicurezza nella regione.

Thomas Mandrup, esperto in scienze militari e difesa, ha recentemente pubblicato un articolo dopo una visita sul campo per valutare l’efficacia della missione.

L’intervento della missione militare in Mozambico mirava ad arginare l’insurrezione jihadista guidata dal gruppo che oggi si autodefinisce Al Sunnah. Questa minaccia si era diffusa rapidamente nella provincia di Cabo Delgado dalla fine del 2019. Gli Stati membri della SADC avevano esercitato pressioni sul governo del Mozambico affinché autorizzasse un intervento militare regionale al fine di prevenire la diffusione dell’insurrezione nella regione. Questo per impedire la costituzione dello Stato islamico (Isis), al quale gli estremisti sono affiliati, e per evitarne l’espansione.

Più di 850.000 civili sono stati costretti ad abbandonare le proprie case a seguito dei violenti attacchi degli estremisti. Questa violenza ha portato alla sospensione di un investimento di 60 miliardi di dollari in un progetto di gas naturale liquefatto guidato dai giganti dell’energia TotalEnergies, ENI ed Exxon. Questo progetto aveva il potenziale per stimolare la crescita economica locale, nazionale e regionale.

La missione della SADC ha mobilitato una forza combinata di 2.210 soldati, composta principalmente da un contingente sudafricano di 1.495 soldati, integrato da soldati provenienti da Botswana, Tanzania, Lesotho, Namibia e Angola. L’obiettivo della missione era eliminare la presenza di Al-Sunnah nella regione.

I principali obiettivi strategici della missione erano: neutralizzare gli estremisti, assistere le forze di difesa armata del Mozambico nella pianificazione e nello svolgimento delle operazioni, nonché addestrare e consigliare le forze mozambicane.

Durante l’incontro della troika dirigente della SADC (Zambia, Namibia e Sud Africa) nel luglio 2023, è stata presentata una relazione di valutazione interna. Questo rapporto concludeva che la missione della SADC aveva raggiunto il suo obiettivo di ridurre la capacità degli insorti e di assistere l’esercito mozambicano. Inoltre, nell’agosto 2023 circa 570.000 sfollati interni erano tornati a casa, riflettendo il miglioramento della situazione della sicurezza.

Tuttavia, a partire dalla seconda metà del 2023, il numero degli attacchi è aumentato, determinando un aumento del numero degli sfollati. La missione sta lottando per adempiere alla sua missione di addestramento delle forze mozambicane perché non è stata in grado di identificare le loro esigenze di formazione. Gli sforzi per lo sviluppo e gli aiuti umanitari si sono rivelati limitati o inesistenti.

Il rapporto di valutazione ha inoltre evidenziato le carenze della missione, in particolare la mancanza di risorse e di personale rispetto alle raccomandazioni iniziali della SADC nell’aprile 2021. Le difficoltà di coordinamento e operazioni congiunte con le forze ruandesi Mobilitate nel luglio 2021, la forza SADC e Le forze di sicurezza mozambicane sono state problematiche. Inoltre, le capacità di raccolta di informazioni erano insufficienti, esponendo truppe e civili a un pericolo maggiore. Infine, frequenti fughe di informazioni hanno compromesso le operazioni e favorito gli estremisti.

Questo intervento militare sottolinea l’importanza di una collaborazione efficace tra le forze straniere e il paese ospitante, nonché il necessario adattamento alle specificità del terreno. Le difficoltà politiche interne a Maputo, compresi i conflitti tra fazioni all’interno del partito al governo Frelimo e le conseguenze dello scandalo sulla corruzione dei titoli tunisini tra il 2013 e il 2014, hanno ostacolato la missione.

In conclusione, questa operazione in Mozambico evidenzia la complessità delle questioni di sicurezza regionale e la necessità di un coordinamento e di un sostegno adeguati per garantire il successo di tale missione militare.

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