Attivisti delle organizzazioni per i diritti delle donne (ODDF), dell’Alleanza Internazionale delle Donne Avvocate (AIFA) e del CNDH hanno organizzato questo giovedì 25 gennaio una marcia per protestare contro l’unione del pastore Pierre KASAMBAKANA con Meda Mabiala. Questa unione, definita matrimonio forzato e stupro di minore, ha suscitato l’indignazione e la mobilitazione di queste associazioni.
Secondo le informazioni, il matrimonio tra il pastore KASAMBAKANA e Meda Mabiala è stato contratto l’8 gennaio a Moanda. Tuttavia, vista l’età della giovane, queste associazioni ritengono che si tratti di un atto di violenza e di violazione dei suoi diritti. Sottolineano che il codice penale congolese vieta il matrimonio di minorenni, anche se emancipati.
Le organizzazioni per i diritti delle donne chiedono al ministro della Giustizia, Rose Mutombo, di garantire un seguito di qualità ai procedimenti legali già avviati contro il pastore KASAMBAKANA e il padre di Meda. Sono accusati rispettivamente di stupro e matrimonio forzato. Le associazioni insistono sull’importanza di garantire i diritti legittimi delle ragazze, in particolare il diritto all’istruzione e allo sviluppo, nonché la loro assistenza psicosociale e il reinserimento sociale.
Questo caso evidenzia pratiche dannose come il matrimonio forzato e la violenza di genere nella Repubblica Democratica del Congo. Gli attivisti sottolineano che questo matrimonio è il tredicesimo del pastore KASAMBAKANA, il che testimonia una grave depravazione morale e contribuisce a sconvolgere l’armonia delle famiglie congolesi.
La marcia organizzata da queste associazioni ha riunito più di 50 donne, che hanno scandito slogan come “No al matrimonio forzato, no al matrimonio precoce, no alla violenza domestica”. Hanno inoltre colto l’occasione per sensibilizzare le donne e le ragazze sulla violenza di genere e far sentire la loro voce per la tutela dei diritti delle donne nella RDC.
Per porre fine a queste pratiche dannose, le organizzazioni per i diritti delle donne chiedono la chiusura temporanea della chiesa primitiva dove officia il pastore KASAMBAKANA e il divieto di trasmettere i suoi interventi sui media congolesi. Chiedono inoltre una maggiore consapevolezza sulla violenza di genere e misure concrete per garantire pari diritti a tutte le donne nella RDC.
Questo evento sottolinea l’importanza di continuare a combattere pratiche dannose come il matrimonio forzato e la violenza di genere. Sottolinea inoltre il ruolo cruciale delle organizzazioni per i diritti delle donne nel promuovere la giustizia, l’uguaglianza e il rispetto dei diritti umani delle donne.