“Il Sudafrica si trova di fronte a una sfida cruciale: accelerare la transizione energetica per ridurre le emissioni di gas serra”

La transizione energetica è diventata una questione chiave in tutto il mondo e il Sudafrica non fa eccezione. Essendo il settimo produttore mondiale di carbone, il Paese fa affidamento su questa fonte energetica per oltre l’80% della sua rete elettrica, il che contribuisce in modo significativo alle emissioni di gas serra.

Tuttavia, una recente indagine del quotidiano Mail and Guardian ha scoperto che la compagnia elettrica nazionale, Eskom, ha incontrato difficoltà nel mantenere le tecnologie necessarie per ridurre le emissioni. Investimenti ritardati e limitazioni del sistema hanno ostacolato la sua capacità di mantenere e aggiornare le apparecchiature per la riduzione delle emissioni.

Secondo Eskom, queste tecnologie hanno contribuito a ridurre le emissioni del 75% tra il 1982 e il 2023. Tuttavia, a causa di problemi di flusso di cassa e di riduzioni degli investimenti, l’azienda non è stata in grado di fornire la manutenzione e gli aggiornamenti necessari, il che ha portato ad un aumento delle emissioni.

Di fronte a queste sfide, Eskom ha intrapreso progetti di riduzione delle emissioni in molte delle sue centrali elettriche, tra cui Kendal, Lethabo, Tutuka, Kriel, Duvha e Matla. L’obiettivo è completare questi progetti entro marzo 2025, concentrandosi sul ripristino dell’efficacia dei sistemi di controllo delle emissioni.

Le tecnologie utilizzate da Eskom includono filtri in tessuto a getto di impulsi, precipitatori elettrostatici, alimentatori ad alta frequenza e dispositivi di condizionamento dell’anidride solforosa. Tutte queste tecnologie mirano a ridurre le emissioni di particelle sottili.

Tuttavia, la transizione verso fonti energetiche più pulite è essenziale affinché il Sudafrica possa ridurre il proprio impatto ambientale. Secondo il piano energetico integrato del paese, si prevede di continuare a bruciare carbone ancora per qualche anno. Ciò va contro le raccomandazioni della Commissione presidenziale sul clima, la quale ritiene che le emissioni di queste centrali elettriche impediranno al Sudafrica di raggiungere i suoi obiettivi di energia pulita.

Il Sudafrica si è impegnato a ridurre le proprie emissioni di gas serra nell’ambito dell’Accordo di Parigi, firmato nel 2015. Questo accordo mira a limitare il riscaldamento globale a 1,5°C. Per raggiungere questo obiettivo, il Paese si è anche impegnato in una transizione energetica giusta, collaborando con partner internazionali per garantire finanziamenti equi per eliminare gradualmente l’uso del carbone.

Un ritardo nella transizione energetica potrebbe avere gravi conseguenze per la salute pubblica e l’economia. Secondo uno studio del Center for Energy and Clean Air Research, il mantenimento delle centrali elettriche a carbone fino al 2030 porterebbe a 15.300 ulteriori morti legati all’inquinamento atmosferico.. Inoltre, potrebbe costare all’economia sudafricana R721 miliardi.

È quindi essenziale che il Sudafrica acceleri la transizione verso fonti energetiche più pulite e riduca la sua dipendenza dal carbone. Ciò preserverebbe l’ambiente e migliorerebbe la salute pubblica, contribuendo allo stesso tempo agli sforzi globali per combattere il cambiamento climatico.

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