Thabo Mbeki: una forte eredità economica in mezzo alle turbolenze politiche
Quindici anni dopo aver lasciato la presidenza del Sud Africa, Thabo Mbeki è diventato il politico più popolare del paese, secondo un recente sondaggio della Social Research Foundation. Questa rinnovata popolarità si spiega probabilmente con i fallimenti dei suoi successori e con la nostalgia per gli anni di prosperità economica durante il suo mandato.
Rispetto ai “nove anni sprecati” della presidenza di Jacob Zuma, i sei anni di presidenza di Cyril Ramaphosa sono stati anche peggiori. Ad esempio, secondo il Consiglio per la ricerca scientifica e industriale, durante il mandato di Zuma non ci sono state interruzioni di corrente. La crisi senza precedenti di Eskom è iniziata nel 2018, ben dopo la partenza di Zuma nel 2009. Quell’anno, Eskom ha subito più interruzioni di corrente rispetto ai 16 anni precedenti messi insieme.
Sotto la presidenza di Ramaphosa si è verificato il 95,1% di tutti i tagli energetici, mentre sotto il mandato di Zuma rappresenta solo il 3,4%. Inoltre, secondo la National Society of Black Engineers, non ci sono prove che la compagnia elettrica abbia sovraccaricato i suoi impianti durante il mandato di Zuma. In realtà, Eskom può operare al di sopra della soglia di utilizzo ottimale dell’80% se viene rispettato un tasso di manutenzione pianificata del 10%.
Thabo Mbeki è anche conosciuto come uno dei più grandi panafricani del nostro tempo. Il suo iconico discorso “Io sono africano” del 1996 rimane ricordato con affetto. Ha svolto un ruolo chiave nella creazione del Nuovo Partenariato per lo Sviluppo dell’Africa (NEPAD) nel 2001 e dell’Unione Africana nel 2002.
Queste iniziative hanno permesso di fornire una visione e un piano per lo sviluppo dell’Africa. Seguì un periodo di crescita, chiamato “Rising Africa”, fino alla crisi finanziaria globale del 2008. Tra il 2000 e il 2010, il PIL africano è cresciuto del 5,1% all’anno, due volte più velocemente che negli anni ’90, secondo la società di consulenza McKinsey.
Tuttavia, dopo la partenza di Mbeki, la crescita economica in Sud Africa e nel continente ha subito un rallentamento. Il Sudafrica ha vissuto un “decennio perduto” dal 2010 al 2019, durante il quale il PIL pro capite non è cresciuto. Il tasso di crescita annuale del PIL dell’Africa è sceso al 3,3% dal 2010 al 2019 a causa del calo dei prezzi delle materie prime, dell’instabilità politica in alcune regioni e della scarsa performance delle principali economie, tra cui Sudafrica, Nigeria e Angola.
L’economia del Sud Africa ha registrato risultati mediocri negli ultimi 29 anni, rendendo il prossimo anno un “terzo decennio perduto”. Il principale partito politico, l’ANC, non è riuscito a trovare un modo per stimolare l’economia e creare posti di lavoro, e 23 anni di crescita economica mediocre hanno cancellato gli effetti di sei anni di prosperità sotto la guida di Mbeki..
È importante valutare la performance di Mbeki tenendo conto delle diverse fasi della sua politica economica. Dal 1996 al 2002, la politica di crescita, occupazione e redistribuzione (GEAR) si è concentrata sulla stabilità macroeconomica, con l’obiettivo di ridurre il debito e l’inflazione. Tuttavia, è sorprendente che queste priorità fossero necessarie dato che non esisteva alcuna crisi macroeconomica preesistente.
Se la crisi del debito fosse stata un’illusione, il governo avrebbe potuto aumentare gli investimenti ed equilibrare i sistemi educativo e sanitario. In realtà, nel 1996 il rapporto debito/PIL era pari al 50% e il tasso medio di inflazione era pari al 7%, il che non indicava un’allarmante instabilità macroeconomica.
Nel valutare l’operato di Mbeki si possono prendere in considerazione due prospettive: dal 1994 al 1999 Nelson Mandela gli ha delegato numerose responsabilità, soprattutto in termini di politica economica. Tenendo presente questo, si potrebbe considerare che egli sia stato effettivamente Primo Ministro dal 1994 al 1999 e Presidente dal 1999 al 2008. La seconda prospettiva prenderebbe in considerazione solo il periodo in cui è stato Presidente.
È innegabile che sotto la presidenza di Mbeki, il Sudafrica ha registrato una crescita economica più robusta che sotto altri presidenti dal 1994. Tuttavia, è importante riconoscere che la crescita economica è influenzata dalle politiche macroeconomiche messe in atto e non solo dalle successive amministrazioni politiche.
In definitiva, è chiaro che Thabo Mbeki ha lasciato un’eredità economica relativamente forte nonostante le turbolenze politiche del Sud Africa. Si ricordano la sua leadership negli anni della prosperità e la sua visione panafricanista, mentre le attuali difficoltà economiche suscitano una certa nostalgia nei confronti del suo mandato. La domanda ora è come i futuri leader potranno risollevare la situazione economica del Paese e creare opportunità di lavoro per milioni di sudafricani.