“Bolsonaro fuori, dentro la polizia ambientale: nello stato del Pará si intensifica la lotta del Brasile contro la deforestazione”

Accendiamo i motori e partiamo alla scoperta delle novità più calde dello stato del Pará, nel nord del Brasile. Dal ritorno al potere di Luiz Inacio Lula da Silva, la polizia ambientale è tornata sotto i riflettori, pronta a “sporcarsi nuovamente le mani” secondo Rodrigo Agostinho, presidente dell’Ibama. Dopo anni di austerità di bilancio sotto il governo di Jair Bolsonaro, da gennaio l’Ibama ha visto triplicare le sue risorse, permettendogli di intensificare le sue azioni contro la deforestazione, l’allevamento illegale e la ricerca clandestina dell’oro.

Nello stato di Para, gli agenti di polizia ambientale stanno ora utilizzando i droni per individuare i terreni illegali soggetti a embargo. I dati raccolti vengono poi incrociati con il sistema satellitare Ibama. Il metodo dell’embargo a distanza, attuato tra il 2016 e il 2018, è stato abbandonato sotto il governo di Jair Bolsonaro.

È in questo contesto che seguiamo Géandro Guerreiro, responsabile della missione sul campo, e una quindicina di agenti di polizia dell’Ibama nella loro ricerca contro la deforestazione illegale. Armati di telefono e mappa, si dirigono verso i prossimi obiettivi, una decina di terre da controllare nella zona. Molto spesso i proprietari non sono presenti, ma l’obiettivo è constatare le violazioni, sorvolare la zona e denunciare i colpevoli nel più breve tempo possibile.

Pacaja, nello stato del Pará, è una regione devastata dalla deforestazione, come molte altre zone del Brasile durante il mandato di Jair Bolsonaro. Géandro Guerreiro spiega che la motivazione principale del loro lavoro è evitare che prendano il sopravvento i termini di prescrizione. Infatti, se una persona si appropria illegalmente della terra e la dichiara ufficialmente all’Istituto Nazionale di Colonizzazione e Riforma Agraria (Incra), può sfruttarla se non viene controllata dalla polizia ambientale entro cinque anni. In altre parole, la regola “non visto, non catturato”. Per scoprire i responsabili della deforestazione, gli agenti dell’Ibama devono indagare con i vicini, il che non è sempre un compito facile, perché spesso sono presenti l’ostilità e la legge dell’omertà.

Dopo il ritorno al potere della sinistra, l’Ibama ha raddoppiato i suoi sforzi per combattere la deforestazione. Il suo budget è stato triplicato, permettendogli di organizzare numerose missioni di controllo nelle regioni amazzoniche. I risultati sono già visibili, con il sequestro del legname illegale, il controllo dei territori indigeni, la confisca del bestiame allevato su terre illegali e la distruzione dei siti minerari clandestini.

Se il pericolo è ancora presente per gli agenti sul campo, che devono far fronte a un aumento del numero di armi dopo l’allentamento delle norme sull’acquisizione da parte del governo precedente, sono determinati a continuare la loro missione. “Più questo li infastidisce, più significa che stiamo facendo bene il nostro lavoro”, afferma Géandro Guerreiro.

Questo rapporto ci ricorda l’importanza della lotta alla deforestazione e allo sfruttamento illegale delle risorse naturali. Grazie al rinnovato impegno della polizia ambientale, il Brasile sembra ritornare sulla strada della preservazione del suo prezioso ambiente. Ci auguriamo che questi sforzi diano frutti e contribuiscano a garantire un futuro sostenibile per l’Amazzonia e i suoi abitanti.

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