La popolare deputata dell’opposizione ugandese ed ex star della musica Bobbi Wine ha recentemente fatto un grande passo con la sua prima visita nel Regno Unito dopo oltre un decennio. Questa visita avviene solo tre settimane dopo la decisione del governo britannico di revocare il divieto di visto che lo gravava da nove anni.
Pieno di entusiasmo, Bobi Wine ha condiviso la sua gioia sui social media pubblicando una sua foto davanti all’iconico quartier generale della BBC a Londra, accompagnata dalla didascalia: “Londra, sono passati dieci lunghi anni!” Il divieto di visto nel Regno Unito era apparentemente collegato alla sua canzone del 2014, “Burn Dem”, che è stata criticata da gruppi per i diritti umani per la presunta promozione di attacchi omofobici.
Ricordiamo che al culmine della sua carriera, a Bobi Wine è stato rifiutato il visto per il Regno Unito poco dopo l’uscita della sua canzone, costringendolo a cancellare due concerti previsti nel paese. All’epoca, il Ministero degli Interni britannico si rifiutò di confermare se avesse vietato l’ingresso a Bobi Wine quando fu contattato dai media.
Il 5 novembre Bobi Wine, il cui vero nome è Robert Kyagulanyi, ha annunciato che potrebbe finalmente tornare nel Regno Unito. “Sono lieto di informarvi che il divieto per me di entrare nel Regno Unito è stato finalmente revocato e presto visiterò il Regno Unito dopo oltre dieci anni”, ha condiviso Bobi Wine su X.
Ha aggiunto che il suo team legale ha lottato instancabilmente per far revocare il divieto di viaggio.
Questa visita nel Regno Unito segna un passo significativo nella carriera di Bobi Wine, permettendogli di riconnettersi con il suo pubblico britannico dopo tanti anni di assenza. La sua presenza nel Paese offre anche l’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione politica e sui diritti umani in Uganda, dove Bobi Wine è diventata una voce dell’opposizione popolare.
Non vediamo l’ora di vedere come questa visita nel Regno Unito influenzerà la carriera di Bobi Wine e quali azioni intraprenderà per promuovere la democrazia e i diritti umani nel suo paese d’origine.