Le inondazioni che hanno colpito l’Etiopia orientale hanno causato un’epidemia di colera, sollevando il timore tra gli esperti che la situazione possa rapidamente sfuggire al controllo. Secondo la ONG Save the Children, almeno 23 persone hanno già perso la vita nel giro di due settimane.
Il colera è un’infezione intestinale acuta causata dal consumo di cibo o acqua contaminati dal batterio Vibrio cholerae. Sebbene tre quarti delle persone infette non presentino sintomi, la malattia può essere devastante nel 10-20% dei casi, con grave diarrea e vomito che portano a una rapida disidratazione.
Nella regione somala, colpita dalle forti piogge nell’Etiopia orientale, secondo Save the Children in sole due settimane sono stati confermati 772 casi di colera e 23 morti. Oltre l’80% dei casi riguarda bambini sotto i 5 anni.
La ONG sottolinea che questa epidemia è il risultato di una combinazione pericolosa: sistemi idrici allagati, mancanza di servizi igienico-sanitari di base e impianti di trattamento dell’acqua danneggiati. Se non si intraprende un’azione rapida per fornire acqua pulita e servizi igienico-sanitari alle comunità sfollate a causa delle inondazioni, l’epidemia di colera rischia di andare fuori controllo.
Secondo Ocha, l’agenzia delle Nazioni Unite responsabile del coordinamento umanitario, le inondazioni hanno già causato la morte di almeno 57 persone in Etiopia e più di 600.000 persone sono state sfollate, soprattutto nel sud del paese. In Somalia, più di 100 persone sono morte e altre 120 hanno perso la vita in Kenya a causa delle avverse condizioni meteorologiche legate al fenomeno meteorologico El Niño.
Di fronte a questa emergenza, è fondamentale che il governo e i donatori agiscano rapidamente per fornire acqua pulita e servizi igienico-sanitari alle comunità colpite dalle inondazioni. Solo uno sforzo congiunto potrà contenere l’epidemia di colera e prevenire ulteriori morti evitabili.
Il caso dell’Etiopia evidenzia anche la necessità di investire in misure di adattamento e preparazione ai disastri naturali, per ridurre al minimo le conseguenze devastanti degli eventi meteorologici estremi. La prevenzione e la gestione dei disastri devono essere una priorità assoluta per i governi e le organizzazioni umanitarie per salvare vite umane e proteggere le comunità vulnerabili.