In Burkina Faso una nuova legge sta suscitando accese polemiche nel mondo dei media. I deputati dell’Assemblea, infatti, hanno recentemente adottato un provvedimento che attribuisce al capo dello Stato il potere di nominare il presidente del Consiglio Superiore della Comunicazione (CSC), l’organismo preposto al controllo dei media. Questa decisione ha scatenato le ire dei sindacati dei giornalisti, che la vedono come un preoccupante passo indietro democratico.
Finora il presidente del Consiglio superiore delle comunicazioni veniva eletto dai suoi colleghi, rappresentanti di diversi settori dello Stato, tra cui l’Assemblea nazionale, i media e i sindacati della stampa. Tuttavia, con la nuova legge, il capo dello Stato avrà voce in capitolo nella scelta del presidente, nonché nell’organizzazione e nel funzionamento del CSC.
Il ministro della Comunicazione, Jean-Emmanuel Ouédraogo, ha cercato di rassicurare i giornalisti dicendo che finché rispettano le regole e non minano la coesione nazionale, non hanno nulla da temere. Tuttavia, i sindacati della stampa ritengono che questa nuova legge costituisca un attacco alla libertà di espressione e ai principi democratici.
Desta preoccupazione anche un’altra disposizione della legge: d’ora in poi tutte le pubblicazioni sui social network con più di 5.000 iscritti saranno soggette alle stesse regole dei media. Il provvedimento mira a regolamentare la diffusione delle informazioni sulle piattaforme online, ma è criticato per il suo potenziale di ostacolo alla libertà di espressione degli utenti.
Per i sindacati della stampa, questa nuova legge rappresenta una regressione democratica, perché colloca i media tradizionali e i blogger nella stessa categoria e li regola attraverso la stessa istituzione. Inoltre, il fatto che il presidente della CSC sia ora nominato dal capo dello Stato rappresenta un passo indietro rispetto al sistema precedente in cui veniva eletto dai suoi pari.
Questa situazione preoccupante evidenzia la necessità di una stampa libera e indipendente, che possa esercitare pienamente il suo ruolo di contropotere in una società democratica. La libertà di espressione e il rispetto dei principi democratici sono basi essenziali per lo sviluppo di un Paese e lo sviluppo dei suoi cittadini. Speriamo che le voci di protesta vengano ascoltate e che vengano adottate misure per preservare la libertà di stampa in Burkina Faso.