La presenza di istruttori stranieri a fianco delle Forze Armate della Repubblica Democratica del Congo (FARDC) nella regione del Nord Kivu solleva molti interrogativi. Il presidente congolese Félix Tshisekedi ha recentemente fornito chiarimenti nel corso di un’intervista a RFI e Jeune Afrique.
Secondo il presidente Tshisekedi, questi individui non sono mercenari, ma “allenatori” che sono lì per rafforzare le capacità delle forze di difesa congolesi sul terreno. Ha paragonato il loro ruolo a quello di un allenatore sportivo, sottolineando che essi non combattono ma guidano i soldati congolesi.
Il presidente ha anche respinto le accuse di mercenarismo nei confronti della società Agemira RDC, che fornisce servizi di manutenzione aeronautica alle FARDC. Secondo lui, le loro attività sono legali e non c’è motivo di qualificarli come mercenari.
Questa spiegazione però non convince tutti. Alcuni sostengono che la presenza di istruttori stranieri in una zona di conflitto solleva interrogativi sulla sovranità nazionale e sulla trasparenza delle attività militari. Inoltre, il conflitto tra le FARDC e il movimento ribelle M23, sostenuto dal Ruanda, continua ad infuriare, nonostante la presenza della MONUSCO e della forza regionale EAC.
Questa situazione evidenzia la necessità di un intervento internazionale per garantire stabilità e sicurezza nella regione del Nord Kivu. Aumentano gli appelli in tal senso, perché è fondamentale prevenire l’escalation del conflitto e proteggere la popolazione civile.
In conclusione, la presenza di istruttori stranieri accanto alle FARDC nel Nord Kivu solleva legittimi interrogativi. Sebbene il presidente Tshisekedi cerchi di rassicurarli chiamandoli allenatori e non mercenari, è importante esaminare attentamente la situazione e garantire la trasparenza delle attività militari nella regione. Potrebbe essere necessario un intervento internazionale per porre fine al conflitto e garantire la sicurezza delle popolazioni interessate.