Fatshimetrie: La sconfitta dell’APC e di Timipre Sylva in tribunale

Fatshimetrie: La sconfitta dell’APC e di Timipre Sylva in tribunale

La recente decisione della corte presieduta dal giudice Adekunle Adeleye di respingere la petizione dell’All Progressives Congress (APC) e del suo candidato alla carica di governatore, il capo Timipre Sylva, è destinata a suscitare interesse e riflessioni. In effetti, la corte ha ritenuto che la petizione mancasse di merito e credibilità in quanto i firmatari non sono riusciti a produrre prove convincenti a sostegno delle accuse mosse contro lo svolgimento delle elezioni governative dello stato.

Nella sua decisione unanime, la corte ha osservato che i ricorrenti hanno presentato ulteriori prove e dichiarazioni giurate di testimoni molto tempo dopo la presentazione della petizione, il che è contrario alle disposizioni legali che regolano le elezioni. Infatti, la legge richiede che qualsiasi petizione elettorale venga presentata entro 21 giorni dalla pubblicazione dei risultati elettorali, accompagnata da dichiarazioni scritte di tutti i testimoni attesi.

Nel frattempo, la corte ha respinto l’accusa secondo cui il vice governatore, Lawrence Ewhrudjakpo, avrebbe presentato alla Commissione elettorale nazionale indipendente (INEC) un titolo universitario e un certificato di esenzione dal NYSC contraffatti per giustificare la sua idoneità a partecipare alle elezioni. La corte ha ritenuto che la questione rientrasse nell’ambito di un contenzioso preelettorale da sottoporre dinanzi al Tribunale federale e che il termine per contestare la validità dei certificati fosse scaduto.

Inoltre, la corte ha sottolineato che la qualifica accademica di Ewhrudjakpo era già stata convalidata da un tribunale competente, tenendo conto del fatto che si tratta di un illustre avvocato. Ha quindi respinto le richieste contraddittorie dei firmatari, vale a dire la richiesta di invalidare le elezioni rivendicandone la vittoria. La corte ha sottolineato anche la mancanza di prove concrete di eventuali irregolarità elettorali sollevate da Sylva e dall’APC.

In conclusione, la decisione della Corte di respingere la petizione dell’APC e di Timipre Sylva evidenzia l’importanza del rispetto delle scadenze e delle procedure legali in qualsiasi processo elettorale. Sottolinea inoltre l’importanza di presentare prove credibili e tangibili a sostegno delle accuse di frode elettorale. Questo caso dimostra ancora una volta che la verità e la trasparenza devono prevalere nel processo democratico, per garantire l’integrità delle elezioni e il rispetto della volontà popolare.

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