“Colmare il divario assistenziale: l’importanza dello screening del cancro cervicale per la salute delle donne”

Screening del cancro della cervice: una necessità per tutte le donne

Il cancro alla cervice è un nemico formidabile che continua a minacciare la salute delle donne nel nostro Paese. In Sud Africa, è il secondo tumore più comune tra le donne e la principale causa di decessi correlati al cancro. Con un rischio individuale di una persona su 42 nel corso della vita, le donne non dovrebbero prendere alla leggera questa piaga.

L’intersezione tra il cancro cervicale e l’elevata prevalenza dell’HIV nel nostro Paese aggiunge ulteriore complessità. Le donne che vivono con l’HIV, che spesso soffrono di immunosoppressione, corrono un rischio maggiore di sviluppare il cancro cervicale e hanno maggiori probabilità di essere diagnosticate in stadi avanzati. A ciò si aggiungono le realtà socioeconomiche che molte donne devono affrontare: mancanza di controlli regolari, accesso limitato ai servizi sanitari e barriere culturali che ritardano le cure preventive.

Nel 2020, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha lanciato una strategia per eliminare il cancro del collo dell’utero: vaccinare il 90% delle ragazze contro il papillomavirus umano, l’agente eziologico del cancro del collo dell’utero, sottoporre a screening il 70% delle donne per la condizione precancerosa e trattare il 90% dei casi di cancro alla cervice. donne affette da cancro pre-cancro o cervicale entro il 2030. Per raggiungere questi obiettivi ambiziosi, la nostra missione è chiara: “Bridging the care gap”.

Lo striscio cervicale, uno strumento di screening nel nostro arsenale

Nella lotta contro il cancro del collo dell’utero, la diagnosi precoce è la nostra migliore difesa. La prevenzione è possibile solo quando vi è un’elevata copertura dello screening pre-cancro. Secondo il National Indicators Dataset, la copertura nazionale dello screening del tampone cervicale è stata del 47% nel 2019-20, variando da appena il 32% nel Northern Cape al 58% a Mpumalanga. Sebbene sia fondamentale ottenere un’elevata copertura dello screening con striscio cervicale, è altrettanto importante comprendere la sensibilità di questo test per l’individuazione di precancerosi, che varia dal 90% fino a un minimo del 30%. Questa variabilità evidenzia la necessità di uno strumento di screening unificato e di alta qualità in grado di identificare in modo affidabile le donne a rischio.

L’efficacia dei programmi di screening del cancro cervicale, inclusa la qualità dei test con striscio cervicale e i protocolli di follow-up per risultati anomali, gioca un ruolo cruciale nella diagnosi precoce. Le lacune nei programmi di screening possono portare alla perdita di opportunità di intervento precoce.

Un altro fattore da considerare è l’adeguatezza (definita dalla presenza di cellule tumorali endocervicali) dello striscio stesso. Un campione insufficiente può compromettere la sensibilità del test, portando a diagnosi mancate. L’adeguatezza di tutti gli strisci cervicali eseguiti dal Servizio Laboratorio Sanitario Nazionale era del 54% nel 2010 ed è aumentata al 67% entro il 2022.

Rilevare le anomalie è solo metà dell’opera

Garantire che le donne con striscio cervicale anomalo ricevano servizi di colposcopia tempestivi è il punto in cui il nostro sistema sanitario sta fallendo. Sebbene i dati nazionali non siano disponibili, solo circa la metà delle donne indirizzate ai servizi di colposcopia in Sud Africa li effettua. Questa situazione è probabilmente ancora più preoccupante in altre regioni; ad esempio, il collegamento all’assistenza sanitaria negli ospedali di Johannesburg è pari al 16%. Queste statistiche dipingono un quadro preoccupante: siamo ben al di sotto dell’obiettivo dell’OMS di collegare il 90% delle donne affette da cancro pretumorale o cervicale alle cure. Senza intervento, i progressi compiuti nello screening sono vani.

“Anche se negli ultimi 20 anni abbiamo fatto progressi nello screening del cancro cervicale, la vera misura dell’efficacia del nostro sistema risiede nel continuum delle cure dopo la diagnosi”, afferma il Dott. Cari van Schalkwyk, epidemiologo del cancro cervicale. “I nostri dati rivelano un divario critico nella cascata della cura del cancro: il collegamento alla cura. Gli sforzi di screening sono lodevoli, ma offrono poca speranza senza le strategie necessarie per garantire che le donne con risultati positivi vengano indirizzate verso un trattamento appropriato e tempestivo. Questo divario non è semplicemente Negligenza sanitaria, è un fallimento sistemico che colpisce in modo sproporzionato i più vulnerabili della nostra società.”

Le sfide sono molteplici: nelle regioni in cui i tassi di screening regolare e di collegamento al trattamento sono più bassi, alle donne viene spesso diagnosticato il cancro della cervice in stadi più avanzati.

La fase della diagnosi ha implicazioni sulla vita e sulla morte. Tra il 50% e il 70% delle donne viene diagnosticato agli stadi III e IV. I tassi di sopravvivenza cinque anni dopo la diagnosi scendono drasticamente, da circa il 75% per lo stadio I a un triste 25% per lo stadio III e quasi nessuna sopravvivenza per lo stadio V. Queste cifre richiedono una riforma dell’approccio nazionale al cancro cervicale, al fine di dare priorità alla diagnosi precoce. rilevamento e migliorare il collegamento con il trattamento.

Anche la mancanza di consapevolezza sulla malattia e le barriere socio-culturali impediscono alle donne di cercare cure tempestive. È qui che iniziative educative mirate incentrate sulla sensibilizzazione sui sintomi, sulla destigmatizzazione del cancro e sull’incoraggiamento di comportamenti precoci di ricerca di cure possono svolgere un ruolo significativo nel promuovere la diagnosi precoce..

Ecco quindi una panoramica della situazione attuale dello screening del cancro cervicale in Sud Africa. È chiaro che sono necessarie ulteriori azioni per colmare le lacune esistenti, migliorare la consapevolezza, l’accesso alle cure e il collegamento al trattamento. Insieme possiamo fare grandi passi avanti nell’eliminazione del cancro cervicale e nella protezione della salute delle donne nel nostro Paese. Non aspettiamo oltre, agiamo ora per “Chiudere il divario assistenziale” e salvare vite umane.

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