In un’affascinante esplosione di scoperte archeologiche, un team di ricercatori dell’Università di Amburgo, in Germania, ha recentemente portato alla luce un manoscritto risalente a quasi 1.600 anni fa, che ritengono essere il più antico documento esistente sull’infanzia di Gesù Cristo.
Questa preziosa pergamena, un frammento di papiro, è rimasta inosservata negli archivi della biblioteca universitaria per decenni, finché Lajos Berkes dell’Università Humboldt e il professor Gabriel Nocchi Macedo dell’Università di Liegi non ne hanno evidenziato l’importanza storica. Si scopre che questo manoscritto fa parte del “Vangelo dell’infanzia di Tommaso”, una raccolta di storie che raccontano i primi anni di Gesù.
La scoperta di questo documento è tanto più notevole in quanto precede di gran lunga la versione precedentemente conosciuta risalente all’XI secolo. Pur non essendo incluso nella Bibbia, il Vangelo dell’infanzia è classificato tra gli apocrifi, testi non canonici del cristianesimo, destinati principalmente alla lettura privata piuttosto che alla proclamazione durante le funzioni religiose, e che possono sollevare dubbi sulla loro paternità o autenticità.
Il frammento di papiro contiene aneddoti probabilmente ampiamente condivisi in epoca antica e medievale. Tra i racconti presenti, uno racconta di un miracolo attribuito al bambino Gesù, secondo il quale quest’ultimo diede vita ad uccelli d’argilla.
A prima vista, questo rotolo era stato trascurato a causa della sua grafia goffa. Berkes spiega: “All’inizio pensavamo che fosse una scrittura di tutti i giorni, come una lettera o una lista della spesa. Ma quando abbiamo individuato la parola ‘Jesus’ e dopo un attento confronto con altri papiri digitali, l’abbiamo decifrata lettera per lettera, ci siamo resi conto che che non era una scrittura ordinaria.”
Questa scoperta apre nuove prospettive sulla vita di Gesù Cristo e sulle storie che hanno accompagnato il suo passaggio sulla terra. Arricchisce la nostra comprensione della spiritualità e della storia del cristianesimo, offrendo una visione nuova e accattivante dell’infanzia della figura religiosa più emblematica della nostra civiltà.