Carestia e caos in Sudan: quando la fame diventa arma di guerra

In un tornado di violenza e miseria, il Sudan è precipitato in un caos devastante, dove la carestia è diventata un’arma di guerra tra le diverse fazioni in conflitto. Gli esperti dei diritti umani delle Nazioni Unite hanno recentemente accusato le parti in guerra in Sudan di utilizzare la fame come strategia di combattimento, suscitando crescenti timori di una carestia imminente nel paese africano.

Secondo le Nazioni Unite, dallo scoppio delle ostilità nell’aprile dell’anno precedente, più di 14.000 persone hanno perso la vita e altre 33.000 sono rimaste ferite. Tuttavia, il prezzo reale potrebbe essere molto più alto. La violenza non ha solo portato a sfollamenti di massa, colpendo più di 11 milioni di persone costrette a fuggire dalle proprie case, ma ha anche dato luogo a stupri di massa e altre atrocità descritte dai gruppi per i diritti umani come crimini di guerra e crimini contro l’umanità.

Esperti di diritti umani hanno puntato il dito contro le Forze armate sudanesi (SAF) e le Forze di supporto rapido (RSF), accusandole di utilizzare consapevolmente il cibo come arma di guerra, privando deliberatamente i civili di forniture vitali. Questa situazione ha provocato una crisi umanitaria senza precedenti, che porta a una carestia imminente poiché gli aiuti umanitari sono bloccati e la stagione del raccolto è stata interrotta dai combattimenti. Hanno avvertito che più di 25 milioni di civili in Sudan, così come i rifugiati fuggiti dal paese, soffrono la fame e hanno urgente bisogno di assistenza umanitaria.

Secondo un rapporto del Clingendael Institute, entro la fine di settembre potrebbero morire di fame circa 2,5 milioni di persone, con una significativa concentrazione della popolazione colpita nelle regioni del Darfur e del Kordofan. I recenti sforzi locali per rispondere alla crisi alimentare in Sudan sono stati ostacolati da violenze senza precedenti e attacchi mirati contro la società civile e gli attori locali. Decine di attivisti e volontari locali sono stati arrestati, minacciati e perseguiti nelle ultime settimane, ostacolando le operazioni umanitarie ed esponendo milioni di persone a un crescente rischio di carestia.

Gli esperti hanno lanciato un appello urgente ad entrambe le parti in conflitto affinché smettano di bloccare, saccheggiare e sfruttare gli aiuti umanitari per prevenire una catastrofe umanitaria più grande. La comunità internazionale deve intensificare gli sforzi per esercitare pressione sulle fazioni in guerra e garantire l’accesso senza ostacoli agli aiuti umanitari vitali per salvare vite umane.

La situazione è recentemente peggiorata intorno a el-Fasher, la capitale della provincia del Nord Darfur, dove sono intrappolati centinaia di migliaia di civili. Più di 143.000 persone sono state costrette a fuggire da al-Fasher negli ultimi tre mesi, secondo le Nazioni Unite. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha recentemente chiesto alle Forze di Supporto Rapido di porre immediatamente fine all’assedio della città, che rappresenta l’ultima roccaforte militare nella vasta regione del Darfur.

La crisi in Sudan è una tragedia umana senza precedenti, dove la fame è diventata un’arma crudele in un conflitto mortale. È imperativo che la comunità internazionale agisca con urgenza per porre fine a questa crisi umanitaria e salvare milioni di vite a rischio.

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