L’Iran si sta preparando per un ballottaggio epocale che potrebbe rimodellare il panorama politico della nazione. Dopo che al primo turno sono stati espressi 24,5 milioni di voti, nessun candidato è riuscito a ottenere più del 50% dei voti. Così l’ex negoziatore nucleare Saeed Jalili ha ottenuto 9,4 milioni di voti, mentre il cardiochirurgo Masoud Pezeshkian ha ottenuto 10,4 milioni.
Il secondo turno di queste elezioni cruciali è previsto per il 5 luglio, una data chiave che peserà molto sugli equilibri politici iraniani. Sebbene più di 61 milioni di iraniani abbiano l’età per votare, l’affluenza alle urne è stata deludente. Nonostante gli appelli del leader supremo della teocrazia, la maggior parte dei cittadini non ha preso parte al processo elettorale. Secondo i risultati provvisori, il tasso di partecipazione complessivo è stato del 39,9%.
Saeed Jalili, noto per il suo coinvolgimento nella guerra Iran-Iraq degli anni ’80, è stato viceministro. Da parte sua, Masoud Pezeshkian, deputato e cardiochirurgo, beneficia del sostegno di alcuni riformatori.
L’Iran non eleggeva un nuovo presidente dal 2021, ma la morte di Ebrahim Raisi in un incidente in elicottero il 19 maggio ha cambiato la situazione. La storia dell’Iran ha visto un solo ballottaggio presidenziale nel 2005, quando il conservatore Mahmoud Ahmadinejad sconfisse l’ex presidente Akbar Hashemi Rafsanjani.
Questo secondo round promette quindi di essere un importante punto di svolta per l’Iran, con questioni politiche e sociali di cruciale importanza per il futuro del Paese. Gli occhi del mondo sono puntati su queste elezioni che potrebbero modellare il volto dell’Iran per gli anni a venire.