Il recente divieto ai mototaxi di accedere al centro di Lubumbashi, annunciato dall’autorità urbana, ha scatenato forti reazioni tra i residenti della città mineraria. Il provvedimento, motivato dalla volontà di rendere più fluido il traffico nel centro cittadino e di contrastare l’inciviltà stradale, mira ad arginare la sosta incontrollata e le violazioni del codice della strada spesso imputate ai motociclisti.
Secondo il sindaco ad interim di Lubumbashi, i mototaxi sono ora costretti a rispettare perimetri definiti, come avenue des Ecoles, l’angolo di boulevard Katuba, femme katangaise e route Kipushi, nonché boulevard Kamanyola all’altezza del Giardino Zoologico. I trasgressori rischiano una multa e il sequestro delle macchine per un minimo di dieci giorni presso la caserma comunale.
Questa decisione, seppure elogiata per le sue lodevoli intenzioni, sta suscitando scalpore tra la comunità dei motociclisti, che vede questo divieto come un ostacolo al proprio sostentamento. Un motociclista testimonia: “È fondamentale che il sindaco possa riconsiderare questa decisione, perché siamo persone responsabili in cerca di lavoro. Gli chiediamo di togliere le restrizioni per permetterci di lavorare normalmente, perché non commettiamo reati, esercitiamo la nostra professione onestamente”.
Sebbene la misura sia considerata necessaria per garantire la sicurezza e la fluidità del traffico nel centro cittadino, il suo impatto sulla vita professionale dei motociclisti solleva legittime preoccupazioni. Appare quindi essenziale considerare soluzioni alternative per conciliare le esigenze di sicurezza stradale con la realtà economica dei soggetti il cui lavoro dipende dalla guida di mototaxi.