Le recenti proteste che hanno scosso la Nigeria, in particolare a Lekki, Lagos, hanno messo in luce tensioni legate alla brutalità della polizia perpetrata dall’unità speciale delle forze di polizia nigeriane, nota come SARS. I cittadini si sono mobilitati per chiedere giustizia e rendere visibili gli abusi di potere subiti dalla popolazione.
Con una clamorosa sentenza, il Relatore, il giudice Sengu Koroma, ha condannato la Nigeria, ordinando al Paese di pagare due milioni di naira a ciascun ricorrente come risarcimento per la violazione del suo diritto alla sicurezza personale. Questa decisione del tribunale fa seguito a una serie di violazioni dei diritti umani, compresi i diritti alla libertà di espressione, riunione e associazione, nonché il diritto a un ricorso effettivo.
La Corte ha osservato che la Nigeria ha violato diversi articoli della Carta africana dei diritti umani e dei popoli, tra cui il diritto alla vita, alla sicurezza personale, alla libertà di espressione, di riunione e di associazione, nonché il divieto di tortura. Il governo nigeriano è ora tenuto a rispettare i propri obblighi internazionali e a indagare sui responsabili delle violazioni dei diritti umani.
I querelanti, Obianuju Catherine Udeh, Perpetual Kamsi e Dabiraoluwa Adeyinka, hanno testimoniato sulla brutalità della polizia subita durante le proteste pacifiche al casello di Lekki a Lagos. Le testimonianze riportano sparatorie e uccisioni di manifestanti, minacce e intimidazioni rivolte ai denuncianti, nonché l’ostruzione agli aiuti alle vittime.
La decisione della Corte riconosce le sofferenze subite dai ricorrenti e chiede alla Nigeria un risarcimento per le violazioni dei diritti umani fondamentali. Questo caso evidenzia la necessità che i governi rispettino i diritti dei propri cittadini e garantiscano rimedi efficaci in caso di violazioni.
In conclusione, la decisione della Corte di condannare la Nigeria per le violazioni dei diritti umani durante le proteste di Lekki evidenzia l’importanza di difendere i diritti fondamentali dei cittadini e la responsabilità dei governi al riguardo. Giustizia è stata fatta, ma la lotta per la giustizia sociale e la tutela dei diritti umani deve continuare per garantire un futuro più giusto per tutti.