Nella città di Cape Town è nato un dibattito cruciale sui diritti delle persone più vulnerabili della nostra società: coloro che risiedono sui marciapiedi del centro cittadino. La questione è stata affrontata nel caso City of Cape Town contro Vari Occupiers and Another, deciso il 18 giugno 2024. La municipalità di Cape Town aveva presentato domanda per un ordine di sfratto ai sensi del Prevention of Unlawful Eviction Act e dell’Illegal Land Occupation Act 1998 (IEL ) per sfrattare i 272 senzatetto che vivono in sette siti della città.
Il comune, in quanto proprietario legale di tutti i siti in questione, ha sostenuto che questi luoghi non sono adatti all’abitazione umana. Ha sostenuto che i siti sono adiacenti a strade trafficate, presentando notevoli rischi per la sicurezza. Non c’è accesso all’acqua, ai servizi igienici o all’elettricità, e le strutture – spesso tende o rifugi improvvisati in plastica e cartone – non sono adatte per un’abitazione a lungo termine, offrendo protezione limitata e poca sicurezza.
Il comune ha evidenziato le varie minacce derivanti dalla situazione attuale. In primo luogo, i senzatetto accendono fuochi per cucinare e stare al caldo, il che può danneggiare le infrastrutture pubbliche come marciapiedi e ponti. Quindi, la loro presenza ostacola i pedoni e il traffico, costringendo gli utenti del marciapiede a camminare sulla strada, creando pericoli per pedoni e automobilisti. Inoltre, le condizioni di vita sono malsane e pericolose per i senzatetto, che soffrono di malnutrizione, rischi per la salute fisica e psicologica e malattie causate dallo spreco alimentare, dalla mancanza di servizi igienico-sanitari e dall’esposizione al fuoco e ai roditori. Infine, il comportamento dei senzatetto colpisce i residenti e i lavoratori delle città, poiché i senzatetto sono costretti a svolgere normali attività umane, tra cui urinare, defecare, lavarsi e fare sesso in pubblico.
La Corte ha stabilito che il comune è tenuto ad adottare misure positive per soddisfare i bisogni delle persone che vivono in estrema povertà, senza casa o in condizioni abitative intollerabilmente inadeguate, e che deve porre rimedio alle loro condizioni di vita, adottare misure ragionevoli per garantire il loro diritto all’alloggio e assicurare che possano vivere con dignità e privacy. Come stabilito nel caso Governo della Repubblica del Sud Africa e altri contro Grootboom e altri, la Costituzione richiede che tutti siano trattati con cura e considerazione, in particolare coloro i cui bisogni sono urgenti e la cui capacità di godere di tutti i diritti è maggiormente minacciata.
Il comune ha proposto una sistemazione alternativa in “spazi sicuri” nel centro della città, che, sebbene rudimentali, sono migliori rispetto alle condizioni attuali per i senzatetto. Questi spazi forniscono servizi igienici, docce, pasti, coperte, vestiti e servizi volti ad aiutare i senzatetto a uscire dalla strada e a trovare alloggi permanenti. Il comune ha affermato che è impegnato ad aiutare le persone ospitate nei suoi spazi sicuri a superare le loro dipendenze, a trovare lavoro e a riconnettersi con le loro famiglie.
Sebbene i senzatetto riconoscano i rischi per il loro benessere associati alla vita di strada e non rivendichino il diritto all’occupazione indefinita dei siti in questione, essi sostengono che lo sgombero dovrebbe avvenire solo dopo discussioni significative con il comune e l’offerta di sistemazione alternativa adeguata.
Nonostante gli sforzi del comune, alcuni senzatetto hanno sostenuto che il comune non aveva parlato loro abbastanza, presentando una scelta binaria tra spazi sicuri o niente. Sostenevano che gli spazi sicuri non costituissero una sistemazione alternativa adeguata a causa delle regole restrittive che separano le famiglie e limitano la libertà. I senzatetto sostengono che la regola della chiusura forzata li costringeva a uscire per le strade durante il giorno senza un posto dove riposare. Di conseguenza, le persone cercano rifugio per strada mentre aspettano la riapertura del rifugio. Sostenevano inoltre che gli spazi sicuri non fornivano alloggio a coppie e famiglie a causa delle regole volte a separare uomini e donne single.
Dopo aver discusso, il comune si è offerto di garantire la disponibilità di alloggi per le coppie. Per quanto riguarda la norma sulla chiusura forzata, il comune ha dichiarato che: “I residenti saranno incoraggiati a lasciare il sito tutti i giorni tra le 8:30 e le 17:00, a meno che le circostanze personali di qualsiasi residente rendano ciò irragionevole per un giorno o per un periodo di tempo.” I senzatetto hanno espressamente concordato nella documentazione dei loro avvocati che questa regola modificata “è ora coerente con la Costituzione”. Questa proposta è stata accettata dai senzatetto.
La corte ha ritenuto che il comune avesse adempiuto al proprio obbligo di tenere discussioni significative con i senzatetto, avendo tenuto tali discussioni prima e dopo la richiesta, affrontando in particolare le preoccupazioni relative alle regole sullo spazio sicuro. La corte ha ritenuto che il mancato raggiungimento di un accordo o l’incapacità di offrire una sistemazione alternativa non annullasse l’impegno significativo che aveva avuto luogo. La Corte ha ritenuto che sarebbero necessari alloggi alternativi adeguati affinché i senzatetto possano vivere con dignità e integrarsi nella società in modo più stabile e adeguato.