In un paese in cui la corruzione sembra essere una piaga persistente, i recenti sforzi per combattere questo fenomeno dannoso sembrano guadagnare slancio in Uganda. Durante un ritiro di gabinetto a Kyankwanzi, il ministro della Giustizia Kiryowa Kiwanuka ha sottolineato l’importanza di bloccare gli individui corrotti dal servizio pubblico per dissuadere i funzionari governativi dall’indulgere in questo vizio distruttivo.
Il governo ha pertanto raccomandato la modifica della legge anticorruzione e di altre leggi pertinenti per impedire che coloro che sono giudicati colpevoli di corruzione vengano nominati o riconfermati nel servizio pubblico. Una misura forte che mira a sradicare gradualmente la corruzione all’interno dell’apparato governativo.
Lo stesso presidente Museveni ha sottolineato l’entità delle perdite causate dalla corruzione in Uganda, stimando che ogni anno vengano persi circa 9,7 trilioni di scellini. Dati preoccupanti che evidenziano l’urgenza di porre fine a questa piaga che mina lo sviluppo economico e sociale del Paese.
Per arginare questo fenomeno, Museveni ha anche annunciato la creazione di una nuova unità all’interno della State House per supervisionare le operazioni dell’Uganda Revenue Authority per ridurre le perdite nella riscossione delle entrate. Inoltre, il Presidente ha invitato la magistratura a non concedere più la cauzione ai sospettati di corruzione, sottolineando la gravità e la necessità di combattere fermamente questo crimine.
Queste azioni e raccomandazioni rispecchiano il desiderio manifestato dal governo ugandese di affrontare la corruzione in modo determinato e intransigente. La lotta contro questa piaga, infatti, deve costituire una priorità assoluta per garantire un futuro più giusto e prospero a tutti i cittadini ugandesi. La consapevolezza collettiva e le misure concrete sono ora cruciali per costruire un Uganda dove l’integrità e la trasparenza prevalgano sulla corruzione e sull’impunità.