Fatshimetrie: Nuove tensioni in Kenya
Forti tensioni stanno scuotendo il Kenya, segnato da manifestazioni e scontri tra polizia e manifestanti. Le manifestazioni, guidate da attivisti contrari alla proposta di aumento delle tasse, hanno trasformato le strade in teatri di proteste e rivendicazioni politiche. Nonostante i tentativi del presidente William Ruto di calmare la situazione, le proteste persistono e si intensificano.
I manifestanti, chiedendo le dimissioni di Ruto, accusano il presidente di malgoverno, corruzione e violenta repressione delle precedenti proteste. Anche dopo che la sua proposta di aumento delle tasse di 2,7 miliardi di dollari è stata ritirata e il suo governo ha effettuato un rimpasto, le proteste sono continuate, anche se in numero minore.
Gli scontri più recenti si sono verificati in varie parti del Paese, in particolare a Kitengela, vicino a Nairobi, dove circa 200 manifestanti hanno bruciato pneumatici e scandito slogan ostili a Ruto. Anche a Nairobi e Mombasa è stata attuata la repressione della polizia contro i manifestanti, in particolare utilizzando gas lacrimogeni per disperdere la folla.
Nonostante gli appelli al dialogo da parte del presidente Ruto per calmare la situazione, gli attivisti rimangono cauti e chiedono azioni concrete di fronte alla corruzione e ad altri mali sociali. Poiché i colloqui annunciati non hanno ancora avuto luogo, il malcontento della popolazione persiste e si esprime attraverso manifestazioni sempre più vigorose.
La precaria situazione economica del Kenya, caratterizzata da un debito elevato, impone a Ruto grandi sfide. I creditori internazionali esercitano pressioni per ridurre i deficit di bilancio, mentre la popolazione soffre di un costo della vita in costante aumento. Le manifestazioni, iniziate inizialmente in modo pacifico, purtroppo sono degenerate in violenza, causando la morte di oltre 40 persone secondo gruppi per i diritti umani.
Nel tentativo di screditare gli attivisti, Ruto ha recentemente accusato la Fondazione Ford di finanziare le proteste, senza però fornire alcuna prova concreta. La Fondazione Ford ha negato categoricamente le accuse, affermando di non sostenere finanziariamente le azioni di protesta e di adottare una politica imparziale.
Questo clima di crisi politica e sociale evidenzia le profonde divisioni all’interno della società keniana. Di fronte alle crescenti tensioni, è fondamentale trovare soluzioni durature per rompere questa impasse e rispondere alle legittime aspirazioni della popolazione alla ricerca di giustizia sociale e governance trasparente.