La lotta dei lavoratori universitari in Nigeria: una questione di dignità e diritti.

**Fatshimetria**

La situazione attuale dei lavoratori universitari in Nigeria è molto preoccupante. Le recenti proteste ad Abuja hanno messo in luce le sfide affrontate dal personale non accademico delle università. Le proteste pacifiche organizzate dal Comitato d’azione congiunto (JAC) di SSANU e NASU sono state violentemente interrotte dalla polizia, suscitando una diffusa indignazione.

Questa violenta repressione dei lavoratori in sciopero è del tutto inaccettabile e in totale contraddizione con i principi fondamentali della libertà di associazione e di manifestazione. Il comportamento delle forze dell’ordine, sotto la guida del commissario Bennett Igweh, non ha solo minato i diritti democratici dei lavoratori, ma ha anche minato la dignità dei cittadini rispettosi della legge.

I lavoratori hanno tutto il diritto di reclamare i salari non pagati, in conformità con le convenzioni internazionali e la Carta africana dei diritti umani. L’atteggiamento del governo nei confronti di questa delicata situazione è attentamente monitorato dai sindacati e dalle organizzazioni internazionali per i diritti umani. Le promesse del Presidente di risolvere la crisi salariale non bastano se non vengono messe in pratica.

La minaccia di sciopero lanciata dal Nigerian Labour Congress (NLC) in risposta a questi eventi è un segnale forte inviato al governo. I lavoratori non possono essere repressi nell’esercizio dei loro legittimi diritti senza che vi siano conseguenze. Il Presidente deve adottare misure concrete per ripristinare la fiducia e garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori universitari.

In conclusione, la situazione dei lavoratori accademici in Nigeria richiede un’attenzione immediata e un intervento tempestivo da parte delle autorità. Le violazioni dei diritti democratici e dei principi del lavoro dignitoso non possono essere tollerate in una società civile. È giunto il momento che il governo si assuma le proprie responsabilità e rispetti i diritti fondamentali di tutti i lavoratori, indipendentemente dal loro settore di attività.

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