Nell’era digitale di oggi, l’accesso alle informazioni non è mai stato così facile e veloce. Tuttavia, con questa maggiore accessibilità ai media online e ai social network, una nuova piaga minaccia l’integrità di queste informazioni: le fake news. Queste false informazioni, spesso create negli allevamenti di troll, vengono prodotte e diffuse in modo massiccio per influenzare l’opinione pubblica e manipolare gli eventi politici.
L’anno scorso, un’indagine di Fatshimetrie ha rivelato l’esistenza di un allevamento di troll in Ghana, il cui scopo dichiarato era quello di seminare discordia e disturbare le elezioni americane. Questa organizzazione diffondeva attivamente contenuti fuorvianti sui social network, prendendo di mira in particolare la comunità afroamericana. Sotto la copertura di una presunta ONG, strettamente legata alla Russia, più di 200 account di social media sono stati alimentati dal Ghana per destabilizzare il processo elettorale oltre Atlantico.
La storia continua nove mesi dopo, con una nuova indagine condotta da Fatshimetrie che rivela l’esistenza di un altro allevamento di troll, ancora operativo in Ghana. Questa volta il colpevole è Caliwax media, una cosiddetta agenzia di comunicazione che ha utilizzato articoli fuorvianti scritti da giovani ghanesi per diffondere disinformazione tramite messaggi WhatsApp negli Stati Uniti. Il loro obiettivo era chiaro: promuovere la candidatura di Donald Trump diffondendo informazioni fuorvianti e distorte.
Ma perché il Ghana, ci si chiede? Secondo gli esperti intervistati da Fatshimetrie, il difficile contesto economico e l’alto tasso di disoccupazione tra i giovani ghanesi li rendono vulnerabili a queste pratiche. L’aumento dell’accesso a Internet e alla tecnologia rende inoltre più facile per questi individui essere sfruttati da organizzazioni dannose, sia straniere che locali.
L’impatto di questi allevamenti di troll non si limita ai confini nazionali. In effetti, il Ghana si trova ad affrontare una seria minaccia per le proprie elezioni, poiché anche gli attori politici locali utilizzano la disinformazione per influenzare l’opinione pubblica e ottenere voti. Questa situazione solleva preoccupazioni sulla legittimità delle future elezioni e sulla stabilità politica del Paese.
Di fronte a questo fenomeno in crescita, le organizzazioni di controllo dei fatti e le autorità ghanesi si ritrovano sopraffatte dalla portata del problema. La lotta alla disinformazione richiede un’azione collettiva e coordinata, che coinvolga non solo i media e le autorità, ma anche l’educazione dei cittadini sui media e la verifica delle informazioni.
In conclusione, la minaccia degli allevamenti di troll in Ghana e in altre parti del mondo illustra la vulnerabilità delle nostre società alla manipolazione delle informazioni. È diventato imperativo rafforzare le nostre difese contro la disinformazione e promuovere una cultura del discernimento e della critica di fronte ai contenuti discutibili diffusi online.