La crisi delle Convenzioni di Ginevra: l’urgenza di un nuovo impegno per il rispetto del diritto internazionale umanitario

Nel 75° anniversario delle Convenzioni di Ginevra, questi pilastri del diritto internazionale volti a proteggere i civili, i detenuti e i soldati feriti in tempo di guerra stanno per essere eclissati, lasciando il posto a massicce violazioni in zone di conflitto come Gaza, Siria, Ucraina, Myanmar e oltre. I difensori di queste regole chiedono un nuovo impegno nei confronti del diritto internazionale umanitario.

Le Convenzioni di Ginevra, adottate da quasi tutti i paesi del mondo a partire dalla loro conclusione il 12 agosto 1949, sono attualmente sotto pressione poiché i gruppi armati e le forze nazionali violano regolarmente le regole della guerra.

Mirjana Spoljaric, presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa, che supervisiona le convenzioni, ha dichiarato lunedì: “Il diritto internazionale umanitario è messo a dura prova, ignorato, indebolito per giustificare la violenza. Il mondo deve impegnarsi nuovamente in questo forte quadro di protezione contro i conflitti armati, uno che privilegia la tutela della vita piuttosto che la giustificazione della morte”.

Le Convenzioni, le cui radici risalgono al XIX secolo, mirano a stabilire regole sulla condotta della guerra: vietano la tortura e la violenza sessuale, richiedono un trattamento umano dei detenuti e impongono perquisizioni per ritrovare le persone scomparse.

Secondo Spoljaric, le Convenzioni “riflettono un consenso globale secondo cui tutte le guerre hanno dei limiti. La disumanizzazione sia dei combattenti nemici che delle popolazioni civili porta alla rovina e alla catastrofe”.

La Croce Rossa afferma che le Convenzioni sono più necessarie che mai: ha documentato più di 120 conflitti attivi in ​​tutto il mondo, un aumento di sei volte rispetto al cinquantesimo anniversario nel 1999.

Oggi molti paesi e belligeranti sfruttano le lacune del diritto internazionale umanitario o lo interpretano a modo loro.

Gli ospedali, le scuole e le ambulanze vengono attaccati, gli operatori umanitari e i civili vengono uccisi e i paesi negano l’accesso ai detenuti.

È chiaro che la situazione è critica e che è necessario intraprendere azioni concrete per riaffermare l’importanza del rispetto del diritto internazionale umanitario e della protezione di coloro che sono più vulnerabili in tempi di conflitto armato. L’umanità non può permettersi di rimanere passiva di fronte a tali violazioni.

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