Estrazione illegale nella Repubblica Democratica del Congo: le conseguenze disastrose dell’irresponsabilità cinese
In totale disprezzo delle leggi che regolano l’attività mineraria nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), le aziende cinesi che operano in questo settore rifiutano di avviare attività commerciali in conformità con i requisiti legali. Preferiscono nascondersi dietro cooperative autorizzate per svolgere attività mineraria artigianale. Questa situazione fa sì che lo Stato congolese perda milioni di dollari in contributi fiscali, scoraggiando così gli investitori seri dal venire nella RDC. Questo disordine è mantenuto dalle autorità competenti che hanno autorizzato le cooperative a sponsorizzare queste mafie minerarie.
La provincia dell’Haut-Uélé è particolarmente colpita da questo problema, guidata da un ex minatore d’oro, Christophe Baseane Nangaa. Quest’ultimo ha concesso alla Cina l’autorizzazione a sfruttare l’oro in modo artigianale, utilizzando come copertura cooperative di minatori artigianali.
Il problema più grande che si pone è l’inquinamento dell’aria, dell’acqua, della fauna e della flora causato da queste aziende cinesi che non rispettano gli standard ambientali per l’attività mineraria. Dopo l’attività mineraria, queste aziende lasciano defluire l’acqua dalle loro strutture minerarie, inquinando i fiumi e mettendo in pericolo la vita marina, le piante, il suolo e persino l’aria circostante. Le popolazioni locali che consumano l’acqua dei fiumi sono quindi esposte a malattie trasmesse dall’acqua, causando numerose morti.
La cosa più allarmante è che questo sfruttamento avviene in flagrante violazione delle norme ambientali, sotto gli occhi del governatore provinciale che si limita a lamentarsi, accusando il governo centrale di farsi carico di tutto nella gestione del settore minerario.
È quindi urgente che il governo centrale intervenga per regolamentare questo sfruttamento che rappresenta un pericolo reale, non solo per la popolazione dell’Haut-Uélé, ma anche per la fauna selvatica del parco della Garamba. È imperativo mettere in atto norme rigorose per queste operazioni minerarie e garantire che le aziende cinesi rispettino gli standard ambientali al fine di preservare la biodiversità e la salute delle popolazioni.
È fondamentale porre fine a questo sfruttamento illegale che fa perdere milioni di dollari alla Repubblica Democratica del Congo e ne compromette lo sviluppo. È inoltre necessario perseguire i responsabili di questa situazione per le loro azioni irresponsabili dannose per l’ambiente e la popolazione.
In conclusione, è urgente porre fine all’attività mineraria illegale nella RDC e garantire che tutte le aziende, comprese quelle di origine cinese, rispettino le leggi applicabili e gli standard ambientali.. Si tratta di preservare l’ambiente, proteggere le popolazioni locali e promuovere lo sviluppo sostenibile del Paese.