Nel remoto sud-est dello Zimbabwe, circa 140 volontari hanno recentemente effettuato un fondamentale censimento annuale della fauna selvatica. Quest’ultimo ha monitorato lo stato delle risorse animali del Paese, particolarmente colpite dalla siccità che affligge la regione.
I volontari sono stati divisi in squadre e hanno potuto constatare gli effetti positivi delle recenti piogge sulla vegetazione del Parco Nazionale di Gonarezhou, soprannominato il “luogo degli elefanti”. Tuttavia, il paesaggio del parco rivela anche i danni causati dagli elefanti, che attaccano baobab e acacie in cerca di cibo nonostante la siccità.
Mentre gli animali di Gonarezhou sono considerati “fortunati”, altre riserve naturali dello Zimbabwe sono state colpite ancora più duramente dalle conseguenze della siccità causata dai cambiamenti climatici. Tinashe Farawo, portavoce della Zimbabwe Parks and Wildlife Management Authority, ha detto di essere preoccupata per le crescenti segnalazioni di sofferenza degli animali quest’anno.
Farawo sottolinea la sfida senza precedenti posta dal cambiamento climatico, con condizioni meteorologiche imprevedibili e periodi prolungati di siccità in tutto il Paese. Sebbene le statistiche siano ancora in fase di compilazione, sono stati segnalati numeri allarmanti di morte di elefanti e bufali nel Hwange Park, il più grande dello Zimbabwe. La gravità della situazione ha spinto l’agenzia del parco a installare 100 pozzi solari per fornire acqua agli animali.
L’impatto del cambiamento climatico si estende ben oltre lo Zimbabwe, colpendo i parchi nazionali di tutta l’Africa. Gli studi rivelano che gli eventi meteorologici estremi causano la scomparsa di piante e animali che faticano ad adattarsi a lunghi periodi di siccità e temperature elevate. La risposta dello Zimbabwe include iniziative come i pozzi solari, ma gli animali sono ancora costretti a percorrere distanze più lunghe, spesso attraversando i confini nazionali, alla ricerca di risorse essenziali.
La regione transfrontaliera di conservazione Kavango-Zambesi, la più grande del mondo, è testimone di questi massicci movimenti di animali. Farawo ha scherzato dicendo che gli animali possono “pranzare nello Zimbabwe, pranzare in Botswana e cenare in un altro paese”. Tuttavia, l’ambiente arido presenta molte sfide per gli animali, come evidenziato da un recente studio che collega il caldo, la siccità e la densità di popolazione a un’infezione batterica che ha ucciso gli elefanti nel Parco Nazionale di Hwange.
Le conseguenze del cambiamento climatico sono numerose e colpiscono non solo gli elefanti, ma anche gli uccelli che fanno affidamento su alberi specifici per la riproduzione. Il crescente conflitto tra esseri umani e animali aggiunge un ulteriore livello di preoccupazione, con le comunità che vivono vicino ai parchi nazionali che sperimentano scontri sempre più frequenti mentre la fauna selvatica invade le aree abitate alla ricerca di risorse scarse. Farawo ha sottolineato l’aumento dei conflitti uomo-animale, con l’agenzia del parco che ha ricevuto più richieste di aiuto negli ultimi anni.