“Elezioni presidenziali nella RDC: i candidati mettono in dubbio l’integrità del processo elettorale”

In vista delle elezioni presidenziali nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) che si terranno il 20 dicembre, diversi candidati hanno annunciato l’intenzione di contestare la Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI) per la sua presunta incapacità di garantire la regolarità del processo elettorale.

Tra questi candidati troviamo Denis Mukwege, famoso ginecologo congolese e premio Nobel per la pace, Martin Fayulu, politico e uomo d’affari congolese, e Theodore Ngoy, candidato relativamente poco noto al grande pubblico.

Theodore Ngoy ha espresso preoccupazione sulla legittimità delle tessere elettorali, affermando che l’80% di esse sono illeggibili perché stampate su carta termica. Ha suggerito che agli elettori siano state deliberatamente consegnate carte con stampe cancellabili, mettendo così in discussione l’integrità del processo elettorale.

“Andremo alle elezioni per partecipare, o per essere più precisi, per codeterminare una farsa che porterà allo status quo, cioè alla rielezione del presidente uscente o alla nomina di qualcuno che avrà un tacito mandato accordo con lui”, ha detto Ngoy, esprimendo il suo scetticismo sulla trasparenza del processo elettorale.

Con 25 candidati in lizza per la presidenza e una campagna elettorale durata un mese in corso, il clima politico nella RDC resta teso. Il paese, che ha una popolazione di quasi 100 milioni di abitanti, sta per assistere ad elezioni cruciali in cui circa 44 milioni di elettori registrati eserciteranno il loro diritto di voto. Oltre a scegliere un nuovo presidente, gli elettori dovranno anche decidere su decine di migliaia di candidati agli organi legislativi e locali.

La sfida per la RDC è condurre un processo elettorale trasparente e credibile, in un contesto di tensioni politiche e preoccupazioni sull’integrità del processo. I candidati in competizione sono determinati a far valere le loro riserve e ad esigere garanzie dalla CENI affinché le elezioni si svolgano in modo corretto e democratico. La comunità internazionale, da parte sua, segue da vicino l’andamento delle elezioni e chiede un processo trasparente e pacifico.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *