“Una svolta nel processo contro Séraphin Twahirwa: testimonianza scioccante della moglie che denuncia le intimidazioni”

Colpo di scena nel processo a carico di Séraphin Twahirwa, accusato di genocidio in Ruanda, in corso presso la Corte d’assise di Bruxelles. Durante l’audizione come testimone la moglie ha ritrattato le sue dichiarazioni iniziali e ha denunciato le intimidazioni subite durante il procedimento giudiziario.

Nel corso delle indagini, la moglie di Twahirwa ha testimoniato con commozione sulle violenze subite per mano del marito. Ha raccontato gli stupri, i maltrattamenti e le minacce di morte che aveva subito a causa del suo status di tutsi. Una storia che era stata sostenuta da un parente già ascoltato al processo.

Tuttavia, durante la sua testimonianza davanti alla Corte d’Assise, la moglie dell’imputato cambiò completamente versione. Ora afferma che la loro relazione era armoniosa, che suo marito non l’ha mai maltrattata e che non sa se ha partecipato alle violenze durante il genocidio. Lei spiega queste nuove dichiarazioni con le pressioni subite durante le indagini, in particolare con le intimidazioni nei confronti di un agente dei servizi segreti ruandesi venuto a minacciarla in Kenya, dove risiede attualmente.

Questi colpi di scena hanno avuto un profondo impatto sul pubblico e hanno provocato forti reazioni. L’avvocato dell’imputato ritiene che questa testimonianza sia fondamentale e rafforzi la tesi del suo cliente, mentre l’avvocato della parte civile la vede come una manipolazione da parte dell’imputato per influenzare la moglie.

Il processo a Séraphin Twahirwa è stato caratterizzato già dall’inizio da colpi di scena. Prima dell’udienza della moglie, il pubblico ministero ha ricordato che l’imputato aveva cercato di dissuadere la moglie dal testimoniare inviandole messaggi prima dell’udienza preliminare tre anni fa. Il presidente della Corte d’assise ha disposto il sequestro del telefono dell’imputato per verificare se vi fossero state altre pressioni negli ultimi tempi.

Questa testimonianza inaspettata solleva molte domande sulla validità delle prove e sulla possibile manipolazione dei testimoni. Evidenzia le complessità e le questioni del processo geopolitico e storico. Il caso Séraphin Twahirwa continua ad evolversi e spetta ora alla corte distinguere i fatti dalla finzione e prendere una decisione giusta.

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