L’anno 2021 è stato caratterizzato da disastri ambientali come inondazioni devastanti, incendi e temperature record. In questo contesto, la Conferenza delle parti sul clima (COP28), che si terrà dal 30 novembre al 12 dicembre negli Emirati Arabi Uniti, affronterà un’ampia gamma di temi cruciali.
Oltre a fare il punto sui progressi compiuti dai paesi nell’attuazione dell’Accordo di Parigi, il vertice sul clima di quest’anno affronterà anche quattro temi chiave: transizione energetica, finanziamenti per il clima, gestione del clima con una prospettiva inclusiva e le persone, i loro mezzi di sussistenza e la natura.
Gli Emirati Arabi Uniti e i combustibili fossili
Anche se l’uso dei combustibili fossili e le emissioni di carbonio saranno al centro dei dibattiti durante questa conferenza di 13 giorni, sono state mosse molte critiche alla scelta del paese ospitante.
Nonostante la loro piccola popolazione di soli nove milioni, gli Emirati Arabi Uniti hanno emesso 237 milioni di tonnellate di anidride carbonica (CO2) nel 2021, secondo il Global Carbon Atlas.
Lo Stato del Golfo si attesta quindi a 25 tonnellate di CO2 emesse pro capite, un livello elevato rispetto alla media mondiale. Al contrario, i paesi africani hanno una media di una tonnellata di CO2 emessa pro capite, rendendo l’Africa il continente con le emissioni più basse.
Gli ambientalisti hanno anche criticato la decisione di nominare Sultan al-Jaber, CEO della Abu Dhabi National Oil Co, come presidente della conferenza. Lunedì Al-Jaber è stato oggetto di pesanti critiche per la fuga di documenti che rivelavano che aveva intenzione di tenere incontri con numerosi governi durante la COP28 per discutere accordi su petrolio e gas.
Il fondo “perdite e danni”.
Per i paesi in via di sviluppo, l’ambizioso fondo “perdite e danni” per aiutarli a mitigare gli effetti del cambiamento climatico sarà un argomento chiave di discussione.
I leader mondiali si sono impegnati a finanziare il fondo, ma non c’è ancora consenso su chi dovrebbe pagare e quanto.
In una riunione del comitato delle Nazioni Unite a settembre, i paesi in via di sviluppo, compresi quelli africani, hanno proposto che il fondo raggiunga almeno 100 miliardi di dollari e venga rilasciato entro il 2030.
La proposta pubblicata afferma che i 100 miliardi di dollari dovrebbero essere un “minimo” e fornire sicurezza quando gli impatti climatici superano la capacità di far fronte a un paese.
La COP28 si svolge mentre l’Africa affronta un anno di emergenze climatiche nel continente. Gravi inondazioni in Libia e nell’Africa orientale, gravi siccità in molti paesi tra cui Etiopia e Somalia, i partecipanti alla conferenza avranno molto di cui discutere a Dubai.