I quaderni di Ponty: una preziosa testimonianza dell’Africa coloniale
Nel cuore dell’Istituto Fondamentale dell’Africa Nera (Ifan) a Dakar, ci sono i quaderni di Ponty. Queste preziose raccolte, scritte dagli studenti della William-Ponty Normal School negli anni ’30, rappresentano un vero tesoro storico. Il loro obiettivo era quello di africanizzare l’istruzione impartita in questa scuola gestita da insegnanti francesi e fortemente segnata dall’influenza europea.
In questi quaderni troviamo informazioni dettagliate sugli usi e costumi delle diverse regioni dell’Africa occidentale. Dalla cucina ai riti funebri e agli eventi culturali, queste testimonianze offrono una prospettiva unica sulla vita quotidiana degli ex studenti nei villaggi più remoti dell’AOF (Africa occidentale francese).
Oltre al loro valore antropologico, questi quaderni hanno anche una dimensione politica. In effetti, furono utilizzati dall’amministrazione coloniale come strumenti di intelligence. Gli studenti, dotandosi di una conoscenza approfondita dei loro paesi d’origine, sono diventati agenti sul campo al servizio dell’autorità amministrativa francese. Alcuni di questi ex studenti sono diventati anche importanti figure politiche in Africa, come Boubacar Diallo Telli, il primo segretario generale dell’Unione Africana.
Tuttavia, la fragilità di questi quaderni costituisce una vera sfida per la loro conservazione. La carta è fragile e ingiallisce e l’inchiostro utilizzato rischia di sbiadire nel tempo. Ogni taccuino è unico e rappresenta una preziosa testimonianza di un’epoca passata. Per questo Ifan si impegna a digitalizzare questi documenti, al fine di preservare questo patrimonio scritto e renderlo accessibile ai ricercatori e al grande pubblico.
I quaderni di Ponty sono quindi molto più di una semplice raccolta di scritti. Riflettono un’epoca passata e il desiderio di africanizzare l’istruzione coloniale. Il loro valore storico e antropologico li rende un patrimonio prezioso da preservare e condividere. Grazie alla continua digitalizzazione, questi quaderni potranno continuare a illuminarci sulla storia e la cultura dell’Africa occidentale.