Le notizie sul clima sono state caratterizzate da un evento importante: il primo giorno della COP28 a Dubai. Gli esperti climatici sono rimasti colpiti dalle discussioni che hanno avuto luogo, che hanno portato alla creazione di un fondo volto ad aiutare i paesi che affrontano perdite e danni causati dal cambiamento climatico.
Il presidente della conferenza COP28, Sultan al-Jaber, ha definito “storica” la decisione, sottolineando che il suo Paese, gli Emirati Arabi Uniti, contribuiranno fino a 100 milioni di dollari a questo fondo. Anche altri paesi hanno assunto impegni significativi, come la Germania, che ha stanziato la stessa somma.
I paesi in via di sviluppo cercano da tempo di risolvere il problema della mancanza di finanziamenti per far fronte ai disastri climatici, di cui spesso sono le prime vittime, senza esserne i principali responsabili: sono infatti i paesi industrializzati ad aver emesso la maggior parte dei gas serra.
Joe Thwaites, consulente senior presso il Natural Resources Defense Council, ha definito gli impegni assunti immediatamente dopo l’approvazione del fondo “senza precedenti”.
Avinash Persaud, inviato speciale per il clima delle Barbados, che ha partecipato alle discussioni per finalizzare il fondo, ha accolto con favore l’accordo sottolineando che sarebbe ancora necessaria una notevole quantità di denaro per soddisfare i bisogni.
“Dovrebbe essere un fondo di 100 miliardi di dollari all’anno, e non ci arriveremo da un giorno all’altro. Sono molti soldi, più della metà dei bilanci degli aiuti in tutto il mondo”, ha dichiarato Persaud.
Lola Vallejo, direttrice del programma climatico presso il think tank sulla sostenibilità IDDRI, ha accolto con favore la creazione del fondo il primo giorno della COP28 come “un inizio eccellente e molto costruttivo”, sottolineando al contempo che le questioni rimangono in sospeso, in particolare sull’ammissibilità dei paesi beneficiari e sulla sostenibilità dei finanziamenti.
Nonostante queste questioni in sospeso, questa decisione mostra come il mondo possa mobilitarsi rapidamente per affrontare la devastazione lasciata dai disastri naturali come la tempesta tropicale Daniel che ha colpito la Libia con gravi inondazioni a settembre, o il ciclone Freddy che ha colpito diversi paesi africani all’inizio del anno.
La creazione del fondo è stato un passo cruciale alla conferenza sul clima delle Nazioni Unite in Egitto lo scorso anno, ma non era stato finalizzato.
Anche dopo questo accordo restano da risolvere molti dettagli riguardanti il ”fondo per perdite e danni”, come la sua dimensione, la gestione a lungo termine e altri aspetti.
Un recente rapporto delle Nazioni Unite stima che ogni anno saranno necessari fino a 387 miliardi di dollari affinché i paesi in via di sviluppo si adattino al cambiamento climatico..
Il fondo sarà ospitato dalla Banca Mondiale per i prossimi quattro anni, con un rappresentante di un paese in via di sviluppo che farà parte del suo consiglio. L’obiettivo è lanciarlo entro il 2024.
Questo sviluppo segna un passo importante nella lotta contro il cambiamento climatico e dimostra che la cooperazione internazionale è essenziale per affrontare le sfide poste dal riscaldamento globale. Tuttavia, resta ancora molto da fare per garantire una risposta adeguata alle perdite e ai danni causati dai cambiamenti climatici e per garantire finanziamenti sufficienti ai paesi più vulnerabili.