Articolo: “Le famiglie degli ostaggi di Hamas mantengono la speranza nonostante tre mesi di prigionia”
Dal nostro inviato speciale a Tel Aviv – Con l’avvicinarsi dei tre mesi di guerra tra Israele e Hamas, continuano l’attesa e l’angoscia per le famiglie dei 129 ostaggi ancora detenuti nella Striscia di Gaza. Nonostante gli ostacoli e le complesse trattative, rimangono fiduciosi in un futuro rilascio. Questo reportage ci porta nella vita quotidiana di Michael Levy, il cui fratello Or è uno degli ostaggi.
Ottantotto giorni è il conto alla rovescia senza fine mentre Michael Levy attende notizie del fratellino Or, rapito durante il festival Supernova da Hamas il 7 ottobre in Israele. Con determinazione, Michael si mobilita per far conoscere la loro situazione, affinché i rapitori li guardino negli occhi e prendano coscienza della sofferenza inflitta. Il suo obiettivo è chiaro: liberare gli ostaggi, tra cui Or, descritto come un genio del computer, pieno di gioia di vivere.
Il fatidico giorno è iniziato come tanti altri, con Or e sua moglie Eynav che hanno lasciato il figlio di due anni con i nonni per andare al festival. Ma nel giro di pochi minuti si scatenò l’inferno. La coppia si è rifugiata in un rifugio antimissile, prima di essere attaccata da Hamas. Immagini di orrore balenano davanti agli occhi di Michael, ma lui rifiuta di lasciarsi sopraffare dal dolore. È determinato a capire cosa sia successo, parlando con i sopravvissuti e cercando ogni pezzo del puzzle.
L’annuncio ufficiale otto giorni dopo confermò i timori: Gold era uno dei 240 ostaggi tenuti nella Striscia di Gaza. La moglie di Or, Eynav, è stata trovata senza vita. Lo shock è immenso per la famiglia, ma devono rimanere forti per il nipote Almog. Michael e i suoi genitori si sono rivolti agli psicologi per chiedere consigli su come parlare a un bambino di due anni della scomparsa di sua madre e della continua ricerca di suo padre. Almog chiama costantemente i suoi genitori, sperando di sentire le loro voci.
Nonostante il dolore e l’incertezza che li perseguitano, Michael rifiuta di lasciarsi andare. Sa che la battaglia non è ancora finita e che dobbiamo restare fiduciosi. Durante lo scambio di ostaggi con i prigionieri palestinesi nel mese di novembre, non sperava nel rilascio di Or, ma era felice di vedere altre famiglie riunite. È consapevole che ogni giorno porta con sé la sua dose di sorprese e delusioni, ma rimane concentrato sull’obiettivo finale: riportare Gold a casa.
Sfortunatamente, gli ultimi colloqui tra Hamas e il governo israeliano si sono interrotti in seguito all’assassinio del numero due di Hamas, Saleh al-Arouri. Nonostante questa nuova battuta d’arresto, le famiglie degli ostaggi continuano a lottare e a mantenere la speranza. Le trattative sono difficili, ma sono pronti a tutto pur di ritrovare i loro cari.
In conclusione, continua la lotta delle famiglie degli ostaggi di Hamas dopo tre mesi di prigionia. Affrontano ansia, attesa e incertezza, ma rimangono determinati a garantire il rilascio dei loro cari. La loro speranza rimane, perché finché i loro cari saranno vivi, continueranno a combattere.