Le udienze della Corte internazionale di giustizia sul presunto genocidio in Palestina stanno suscitando molto inchiostro e suscitando interesse in tutto il mondo. Il caso, intentato dal Sudafrica contro Israele, evidenzia le tensioni in corso tra i due paesi e mette in discussione la legalità delle azioni israeliane nella Striscia di Gaza.
Il Sudafrica accusa Israele di aver commesso un genocidio contro i palestinesi, sulla base delle disposizioni della Convenzione sul genocidio del 1948, di cui entrambi i paesi sono firmatari. Israele, da parte sua, nega fermamente queste accuse e sostiene che le sue azioni militari sono conformi al diritto internazionale.
Questa vicenda assume un’importante dimensione simbolica, perché tocca l’identità nazionale di Israele come Stato ebraico, creato in risposta all’Olocausto nazista. Il Sudafrica, da parte sua, traccia paralleli tra le politiche di Israele a Gaza e in Cisgiordania e il suo passato sotto il regime di apartheid.
Dall’inizio del conflitto, lo scorso ottobre, il Sudafrica ha aspramente criticato la risposta israeliana a Gaza. L’offensiva israeliana ha causato la morte di oltre 23.200 palestinesi, circa due terzi dei quali sono donne e bambini. Il Sudafrica chiede alla Corte internazionale di giustizia di ordinare un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza.
Le udienze preliminari sono iniziate con la presentazione delle argomentazioni del Sudafrica contro Israele. La risposta del team legale israeliano verrà data domani. Il compito sarà difficile per il Sudafrica, poiché dovrà dimostrare alla Corte l’intenzione di Israele di distruggere un gruppo di persone, in base alla razza o alla religione, in tutto o in parte, in un luogo specifico.
Le decisioni della Corte internazionale di giustizia sono, in teoria, giuridicamente vincolanti per le parti coinvolte, ma non sono esecutive. Israele ha comunque inviato una forte squadra legale per difendere le sue azioni militari a Gaza e cercare di scagionarsi dalle accuse di genocidio.
Nella sua dettagliata denuncia di 84 pagine, il Sudafrica sostiene che Israele ha dimostrato questo intento distruttivo. Invita la Corte a stabilire la responsabilità di Israele per le violazioni della Convenzione sul genocidio, a ritenerlo pienamente responsabile di tali violazioni ai sensi del diritto internazionale e a garantire la massima e urgente protezione ai palestinesi di Gaza, che continuano a correre il rischio serio e immediato di continuare e perpetrare atti di genocidio.
Questo non è l’unico caso riguardante Israele che sarà esaminato dalla Corte internazionale di giustizia. Il mese prossimo inizieranno le udienze su una richiesta delle Nazioni Unite per un parere consultivo non vincolante sulla legalità delle politiche israeliane in Cisgiordania e Gerusalemme Est.
L’esito di questi procedimenti legali rimane incerto, ma evidenziano le profonde divisioni e le complesse questioni etiche che la comunità internazionale deve affrontare nel conflitto israelo-palestinese. La ricerca di una soluzione equa e duratura rimane una sfida importante per tutti gli attori coinvolti.