Situazioni umanitarie critiche a Gaza, Sudan ed Etiopia: che urgenti richiedono un’azione immediata

La situazione umanitaria a Gaza e in altre regioni colpite da conflitti e disastri continua a peggiorare. Le directeur général de l’Organisation mondiale de la santé (OMS), Tedros Ghebreyesus, a récemment déclaré que près de 90 % de la population de Gaza, soit 1,9 million de personnes, ont été déplacées. Les conditions de vie précaires, avec seulement 15 hôpitaux partiellement fonctionnels, le manque d’accès à l’eau potable et à l’assainissement, ainsi que la surpopulation, créent un environnement propice à la propagation de maladies.

L’accès humanitaire à Gaza pose des défis quasi insurmontables en raison des bombardements intensifs, des restrictions de mouvement, des pénuries de carburant et des communications interrompues. L’OMS e i suoi partner affrontano sfide per raggiungere le persone bisognose. Nonostante la disponibilità di forniture, squadre e piani, la mancanza di accesso ostacola le operazioni umanitarie.

L’OMS ha espresso frustrazione per il ripetuto rifiuto delle sue richieste di missioni nel nord di Gaza. Le missioni essenziali, come la fornitura di carburante, cibo e acqua, sono state cancellate. La situazione è tanto più preoccupante poiché tutte le regioni di Gaza sono considerate pericolose, rendendo impossibile per i team umanitari spostarsi senza un’adeguata autorizzazione.

L’OMS appelle Israël à approuver les demandes de fourniture d’aide humanitaire et demande la création de corridors sûrs pour permettre le passage en toute sécurité de l’aide et des travailleurs humanitaires, même en l’absence d’un cessez-le- semaforo. L’organizzazione esorta inoltre tutte le parti a proteggere i servizi sanitari in conformità con il diritto umanitario internazionale.

Oltre alla situazione a Gaza, anche la situazione umanitaria in Sudan continua a peggiorare. I nove mesi di conflitto hanno portato ad aumentare la violenza, lo sfollamento di massa, la diffusione di malattie come il colera, l’insicurezza e il saccheggio, ostacolando gli sforzi di chi e dei suoi partner per salvare vite umane. Si registra inoltre un aumento della violenza di genere e del reclutamento minorile. La malnutrizione infantile è diventata endemica, con 3,5 milioni di bambini sotto i cinque anni che soffrono di malnutrizione acuta e più di 100.000 necessitano di ricovero ospedaliero per malnutrizione grave.

Infine, in Etiopia, la crisi sanitaria sta peggiorando in alcune regioni del paese, in particolare nella regione nordoccidentale di Amhara, colpita dal conflitto dall’aprile 2023. Le restrizioni alla circolazione stanno ostacolando la fornitura di aiuti umanitari e la violenza incide sull’accesso alle strutture sanitarie, con il Distruzione o danno di 61 strutture sanitarie. Carestie ed epidemie vengono segnalate anche nelle regioni del Tigray e dell’Amhara.

Pur enfatizzando queste situazioni umanitarie critiche, è importante ricordare che Covid-19 continua a circolare e mutazione. Nonostante non sia più considerato un’emergenza sanitaria globale, rimane la necessità di continui sforzi di prevenzione e consapevolezza per proteggere le popolazioni vulnerabili e contenere la diffusione del virus.

La situazione attuale evidenzia l’importanza dell’azione umanitaria e il sostegno alle popolazioni colpite da conflitti e crisi. È essenziale che i governi e gli attori internazionali lavorino insieme per garantire l’accesso umanitario, proteggere i servizi sanitari e fornire assistenza salvavita ai bisognosi. La solidarietà internazionale e il rispetto per il diritto umanitario internazionale sono essenziali per alleviare la sofferenza e ricostruire le comunità devastate.

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