“Sudafrica vs Israele: gli sforzi per ottenere misure di emergenza dalla Corte internazionale di giustizia suscitano reazioni appassionate”

Gli sforzi del Sudafrica per ottenere misure di emergenza dalla Corte internazionale di giustizia nel caso di genocidio contro Israele hanno suscitato forti reazioni in tutto il mondo. Il Sudafrica afferma che se la Corte rifiutasse di concedere queste misure, tratterebbe i palestinesi in modo diverso, considerandoli meno meritevoli di protezione rispetto ad altri popoli.

L’obiettivo del Sudafrica è ottenere la sospensione della campagna israeliana a Gaza, richiesta sulla quale la Corte potrebbe pronunciarsi tra poche settimane. Gli avvocati che rappresentano il Sudafrica hanno fatto riferimento a vari casi in cui la Corte internazionale di giustizia ha concesso “misure provvisorie” per proteggere i diritti delle persone in tutto il mondo.

Nel gennaio 2020, la Corte ha accolto la richiesta del Gambia di misure provvisorie per proteggere i Rohingya rimasti in Myanmar dal genocidio. La Corte ha inoltre concesso misure simili per proteggere gli ucraini dall’aggressione russa in corso e i bosniaci durante le guerre dei Balcani negli anni ’90.

Il Sudafrica sostiene che i diritti dei palestinesi devono essere protetti da una “perdita imminente e irreparabile” mentre la corte esamina il merito del caso, che potrebbe richiedere anni. Rifiutare queste misure non solo tratterebbe i palestinesi in modo diverso, considerandoli meno meritevoli di protezione rispetto ad altri, ma limiterebbe anche indebitamente la giurisdizione della Corte, allontanandola dalla sua consolidata giurisprudenza e ignorando le violazioni dei diritti che si stanno verificando attualmente in corso a Gaza,” ha detto Max du Plessis, uno degli avvocati che rappresentano il Sud Africa.

Il Sudafrica insiste durante tutta l’udienza sul fatto che la Corte ha solo bisogno di constatare che le azioni di Israele sono “plausibilmente genocide” per concedere misure provvisorie. “Non è necessario che la Corte si pronunci in modo definitivo se la condotta di Israele costituisce un genocidio. È solo necessario stabilire se almeno alcuni degli atti denunciati possono rientrare nelle disposizioni della convenzione”, ha affermato in precedenza Adila Hassim. “È chiaro che alcuni, se non tutti, questi atti rientrano nelle disposizioni della convenzione”, ha aggiunto.

Questo caso solleva questioni scottanti e controverse sulle azioni di Israele a Gaza e sulla conseguente responsabilità internazionale. La sentenza della Corte internazionale di giustizia potrebbe potenzialmente avere un profondo impatto sul modo in cui le violazioni dei diritti umani vengono affrontate a livello globale. Resta ora da vedere se la richiesta del Sudafrica verrà accolta e se verranno adottate misure di emergenza per tutelare i diritti dei palestinesi.

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