La chiusura del confine tra Egitto e Gaza è un argomento attualmente dibattuto. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha recentemente affermato che questo confine “deve” essere chiuso, il che darebbe a Israele il pieno controllo sull’accesso della Striscia di Gaza al mondo esterno.
Netanyahu ha spiegato in una conferenza stampa che Israele non considererà la guerra finita finché il corridoio di Filadelfia, una striscia di terra di 14 km che funge da zona cuscinetto al confine tra Egitto e Gaza, non sarà stato chiuso.
Secondo Netanyahu, la chiusura di questo confine è necessaria per impedire l’ingresso di attrezzature militari e altre armi mortali nella regione. Tuttavia, l’Egitto ha avvertito Israele che un intervento militare nel corridoio di Filadelfia sarebbe considerato una violazione del trattato di pace del 1979 tra i due paesi.
Il portavoce del Ministero degli Esteri egiziano Ahmed Abu Zeid ha sottolineato che l’Egitto esercita il pieno controllo sui suoi confini e che qualsiasi decisione riguardante la chiusura dei confini deve essere presa in conformità con gli accordi legali e di sicurezza tra i due paesi.
La Striscia di Gaza è già soggetta a severi blocchi israeliani sui suoi confini terrestri, marittimi e aerei. Il punto di passaggio con l’Egitto, a Rafah, è l’unico punto di passaggio fuori dal controllo israeliano, sebbene anche lì l’accesso sia limitato a causa delle complesse procedure burocratiche e di sicurezza egiziane.
La proposta di Israele di chiudere il confine tra Egitto e Gaza rappresenterebbe un ritorno al pieno controllo della Striscia di Gaza da parte di Israele, il che costituirebbe un attacco alla sovranità limitata che i palestinesi hanno nella regione.
Dal ritiro delle truppe israeliane da Gaza nel 2005, la Striscia di Gaza è sotto il controllo del gruppo militante islamico Hamas. Israele non ha mai rinunciato al controllo della maggior parte dei confini della Striscia di Gaza, imponendo un rigido blocco che è stato aspramente criticato da organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite.
Questo blocco ha avuto un impatto considerevole sulle condizioni di vita a Gaza, con elevata disoccupazione, insicurezza alimentare e dipendenza dagli aiuti umanitari. Le organizzazioni umanitarie hanno avvertito di un crescente rischio di carestia se le restrizioni israeliane sulle importazioni persistono.
Tuttavia, Israele giustifica il blocco dicendo che mira a proteggere i suoi cittadini dagli attacchi di Hamas. Dopo i recenti attacchi terroristici, il governo di Netanyahu ha dichiarato un assedio completo di Gaza e ha chiuso tutti i valichi di frontiera, lasciando Rafah come unica via per la consegna degli aiuti umanitari e per le evacuazioni.
È ovvio che la questione della chiusura del confine tra Egitto e Gaza è complessa e solleva numerose implicazioni politiche e umanitarie.. Resta da vedere come si evolverà questa situazione e quali conseguenze avrà per i palestinesi che vivono a Gaza.