Date un’occhiata qui: la disinformazione online attribuita alla Russia prende una nuova svolta. Da settembre non si tratta più solo di fake news antiucraine, ma anche di una strategia volta a chiedere direttamente ai media occidentali di incoraggiarli a verificare queste false informazioni. Un vero e proprio diversivo nei confronti dei giornalisti, avvertono gli esperti.
Questa operazione, chiamata “Matriochka” o “bambole russe” dal collettivo “Antibot4Navalny”, consiste nell’utilizzare profili abbandonati dai loro proprietari, che vengono poi hackerati e utilizzati per attirare massicciamente l’attenzione dei media. Un esempio concreto: un utente di Internet chiede a un canale televisivo di verificare un video in cui si sostiene che un artista ucraino ha segato la Torre Eiffel. In poche ore, questo stesso profilo ha contattato numerosi altri media francesi per chiedere loro di verificare queste informazioni. Quindi, l’account rimane inattivo finché non viene trasmessa un’altra informazione falsa.
I dati forniti da “Antibot4Navalny” e analizzati dall’AFP rivelano l’esistenza di decine, addirittura centinaia, di questi profili che utilizzano questa strategia di arresto di massa. Si tratta principalmente di account compromessi e abbandonati dai rispettivi proprietari. Le pubblicazioni sono spesso automatizzate e si susseguono in rapida successione inondando i social network.
Ciò che è particolarmente interessante è che alcuni di questi account che chiedono ai media di verificare le notizie false finiscono per diffondere loro stessi informazioni false poco dopo.
Le false informazioni diffuse nell’ambito di questa operazione sono diverse: furti nelle catacombe di Parigi da parte di un ucraino, appropriazione indebita di aiuti militari all’Ucraina, graffiti troncati o inventati da Zelenskyj, false pubblicità a Times Square… Tutte queste pubblicazioni mirano a coinvolgere gli ucraini e ad alimentare l’idea di stanchezza tra europei e americani nei confronti di Kiev.
Ciò che è interessante notare è che la maggior parte di queste immagini sono state condivise per la prima volta da utenti Internet russi, in particolare sul social network Telegram e sui blog di notizie. Questa campagna sembra essere la continuazione di una precedente operazione chiamata “Doppelganger”, che consisteva nel diffondere false informazioni anti-ucraine utilizzando l’identità dei media occidentali. Questa operazione era stata chiaramente attribuita alla Russia dai servizi segreti francesi.
Per gli esperti, questa campagna mira principalmente a distogliere l’attenzione dei fact-checker occupandoli con argomenti crudi e difficili da verificare. Si cerca anche di dare visibilità a informazioni false utilizzandole come un relè, a loro insaputa. Si tratta quindi di una vera e propria battaglia di narrazioni, in cui i russi stanno sperimentando diversi metodi per influenzare la percezione di questo conflitto in corso..
È importante notare che questa operazione rientra nel più ampio desiderio della Russia di aumentare la propria visibilità e far parlare di sé, nel bene e nel male. Le immagini antiucraine utilizzate nell’ambito dell’operazione “Matryoshka” vengono promosse anche su vari social network dagli stessi bot utilizzati nella campagna “Doppelganger”.
L’Ucraina rimane il paese più spesso preso di mira dalla manipolazione dell’informazione, e questa non è una coincidenza. Questa nuova operazione di disinformazione filo-russa non fa che rafforzare questa osservazione. È quindi essenziale che i media e gli utenti di Internet restino vigili e verifichino le informazioni prima di condividerle. La disinformazione online è una minaccia reale ed è nostro dovere non contribuire alla sua diffusione.