“Il Sudafrica ottiene una vittoria parziale all’Aia nel conflitto di Gaza con Israele: il verdetto storico conferma la sua posizione di voce morale del Sud del mondo”

La controversia tra Sudafrica e Israele sul conflitto di Gaza ha avuto un impatto significativo sulla reputazione internazionale del Sudafrica e ha confermato la sua posizione di voce morale del Sud del mondo. Venerdì all’Aia la Corte internazionale di giustizia ha emesso la tanto attesa sentenza, decisione importante sotto diversi aspetti.

In primo luogo, da un punto di vista legale, il Sudafrica ha sostenuto che Israele sta commettendo un genocidio contro i palestinesi nella Striscia di Gaza. Israele ha risposto dicendo che si stava semplicemente difendendo da un brutale gruppo terroristico, dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre che ha causato la morte di 1.200 persone.

Il verdetto rappresenta una vittoria parziale per il principale team legale del Sudafrica, composto dai più esperti avvocati del paese in materia di diritti umani. Speravano che la Corte ordinasse un cessate il fuoco immediato, ma non è stato così. Tuttavia, la corte ha concluso che le accuse di genocidio del Sudafrica sono “plausibili” e ha ordinato a Israele di smettere di uccidere i palestinesi, definendoli un gruppo protetto.

Il fatto che la Corte abbia ritenuto necessario emettere un simile ordine è dannoso per Israele, soprattutto se letto insieme alle prove fornite dalla Corte stessa. Questa prova collega la portata delle morti civili, stimate in oltre 26.000, al linguaggio disumanizzante utilizzato da alcuni dei leader più importanti di Israele.

È quasi incomprensibile che una nazione fondata da sopravvissuti al genocidio venga accusata di aver commesso questo gravissimo crimine. Ma la più alta corte mondiale ha confermato che queste accuse sono plausibili.

La seconda dimensione di questa vicenda è geopolitica. Portando questo caso all’Aia, il Sudafrica ha sfidato non solo Israele, ma anche i suoi sostenitori, tra cui Stati Uniti, Germania, Francia e Regno Unito.

È stata una mossa politica coraggiosa, poiché questi sono i paesi più potenti del mondo occidentale, che esercitano un’enorme influenza sulla politica e sull’economia globali. Sono nemici formidabili.

Ma il Sudafrica ha in mente un obiettivo più grande. I suoi diplomatici sognano da tempo di consolidare la posizione del Sudafrica come voce morale del Sud del mondo, e questo accordo era perfetto per raggiungere questo obiettivo.

Opponendosi alle continue atrocità di Israele, il Sudafrica ha messo in luce l’ipocrisia delle nazioni occidentali che predicano i diritti umani e la democrazia, ma non riescono ad applicare questi valori alla vita dei palestinesi. Questo messaggio ha avuto una forte risonanza in tutto il mondo, fornendo al Sudafrica un significativo sostegno internazionale.

“Il Sud Africa è ora il leader del mondo libero”, ha concluso Owen Jones, un giornalista britannico del Guardian.

Ciò può sembrare esagerato, poiché lo stesso Sudafrica non è esente dall’ipocrisia. Il presidente Cyril Ramaphosa ha accolto a Pretoria il signore della guerra sudanese Mohamed Hamdan Dagalo, noto come Hemedti, appena una settimana prima che gli avvocati sudafricani esponessero le loro argomentazioni in tribunale.

Hemedti è stato coinvolto nel genocidio in Darfur nei primi anni 2000 e ci sono ampie prove che le sue forze stiano commettendo crimini di guerra nell’attuale guerra civile sudanese.

La posizione del Sudafrica nei confronti di Israele contrasta con il suo approccio al conflitto Russia-Ucraina, in cui il paese si è costantemente astenuto dal condannare le atrocità russe alle Nazioni Unite, presumibilmente nell’interesse di rimanere neutrale.

Ciò ha causato un danno immenso alla reputazione del paese. Ma i diplomatici sudafricani sembrano aver imparato da questo fallimento e la loro risposta al conflitto a Gaza è stata diversa, senza dubbio influenzata dall’esperienza vissuta dell’apartheid nel loro paese.

Si scopre che esiste un potere enorme in una politica estera incentrata sui diritti umani, e la posizione internazionale del Sud Africa è ora più alta che mai da quando è passato alla democrazia, almeno nel Sud del mondo.

Infine, la vera battaglia si svolge ovviamente nelle strade di Gaza, dove i civili palestinesi continuano a morire di fronte a un’offensiva implacabile e indiscriminata.

Non è ancora chiaro se Hamas (a cui è stato ordinato di rilasciare tutti gli ostaggi israeliani rimasti) o Israele rispetteranno qualche parte del verdetto della Corte.

“Hague Shmague”, è stata la risposta immediata e sprezzante del ministro della Sicurezza israeliano, Itamar Ben-Gvir. Israele ha ignorato la Corte quando 20 anni fa si è pronunciata contro la costruzione di un muro nella Cisgiordania occupata.

Ma ciò che la Corte dell’Aia ha chiarito, senza molto spazio per le discussioni, è che in questo caso Israele e i suoi sostenitori internazionali sono dalla parte sbagliata della storia.

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