In un paese vasto e diversificato come la Repubblica Democratica del Congo (RDC), la questione della gestione degli enti territoriali decentralizzati è sempre stata una questione importante. Secondo l’attuale Costituzione, questi enti sono gestiti da cittadini delle province interessate. Molti osservatori, però, mettono in dubbio questo sistema che promuove il clanismo e il tribalismo.
L’elezione dei governatori e la nomina degli enti locali originari hanno mostrato i propri limiti. In effetti, ciò spesso porta a pratiche clientelari e promuove la divisione tra diverse comunità. Per alcuni è essenziale trovare una soluzione per combattere questi desideri tribali e promuovere l’unità nazionale.
È in quest’ottica che si pone la questione della gestione della territorialità da parte dei non autoctoni. Alcuni credono che potrebbe essere una terapia per il Paese, evitando divisioni e promuovendo una visione più inclusiva e nazionale. Al tempo del regno di Mobutu questa pratica era già in vigore, ma venne successivamente abbandonata.
Per comprendere meglio questa domanda, abbiamo intervistato Augustin Mwendambale, storico delle mentalità, e Me Ruffin Lukoo Musubao, ricercatore giuridico. Secondo Augustin Mwendambale, l’idea di affidare la gestione della territorialità ai non nativi è un’opportunità per lottare contro il tribalismo e promuovere l’unità nazionale. Sottolinea che la Costituzione congolese non menziona esplicitamente l’origine dei dirigenti degli enti territoriali, il che apre la porta a questa possibilità.
Quanto a Me Ruffin Lukoo Musubao, sottolinea che la questione della gestione della territorialità da parte dei non nativi dà luogo a dibattiti giuridici complessi. Secondo lui, la Costituzione attribuisce il potere di nominare i governatori al Presidente della Repubblica, ma non specifica esplicitamente se devono essere cittadini della provincia interessata oppure no.
È chiaro quindi che la questione della gestione della territorialità da parte dei non autoctoni è soggetta ad interpretazione giuridica. Tuttavia, è innegabile che questa pratica potrebbe contribuire alla lotta al tribalismo e promuovere una migliore gestione degli enti territoriali decentrati.
In conclusione, l’adeguatezza della gestione della territorialità da parte dei non nativi nella RDC solleva complesse questioni giuridiche e politiche. Tuttavia, è importante pensare a soluzioni per combattere il tribalismo e promuovere l’unità nazionale. Si potrebbe prendere in considerazione una riforma della Costituzione per chiarire la questione e consentire una migliore gestione degli enti territoriali decentrati.