La Coppa d’Africa è un evento sportivo che riunisce i migliori calciatori del continente africano. Ma a volte, fuori dal campo, i giocatori usano la loro fama per far luce su questioni più grandi che riguardano il loro paese d’origine. È il caso del capitano della Repubblica Democratica del Congo, Chancel Mbemba, e dell’attaccante Cédric Bakambu.
Mentre rappresentano con orgoglio il loro paese nella competizione, Mbemba e Bakambu scelgono anche di evidenziare la violenza armata che affligge la parte orientale della Repubblica Democratica del Congo. In un post sui social media, Bakambu afferma che il mondo intero sta chiudendo un occhio sugli abusi dei diritti umani nel suo Paese: “Tutti vedono i massacri nel Congo orientale. Ma tutti restano in silenzio”, ha scritto. Chiede inoltre di usare la stessa energia e attenzione data alla Coppa d’Africa per evidenziare i tragici eventi che si stanno verificando in patria. La situazione nel Congo orientale è segnata da decenni di violenza armata, poiché più di 120 gruppi competono per il potere, il territorio e le preziose risorse minerarie, mentre altri cercano di difendere le proprie comunità. Gruppi armati conducono da tempo campagne di violenza in questa regione ricca di minerali e sono accusati di massacri.
La situazione si è recentemente intensificata con la rinascita del gruppo ribelle M23, che ha lanciato attacchi per impadronirsi del territorio. Le Nazioni Unite e i gruppi per i diritti umani affermano che il gruppo gode del sostegno del vicino Ruanda, anche se questo paese lo nega. Le conseguenze di questo conflitto sono disastrose per le popolazioni locali, che soffrono di violenza e insicurezza.
Mbemba esprime preoccupazione anche per le vittime delle atrocità commesse a Goma, città congolese situata al confine con il Ruanda. Condivide le sue preghiere affinché il suo Paese trovi la pace.
Oltre a sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema, i giocatori si impegnano anche ad aiutare il Congo attraverso le rispettive fondazioni. Ma riconoscono che questo non basta e chiedono solidarietà a tutti: “Pregate, condividete, agite per i nostri fratelli e sorelle”, dice Bakambu.
Questi messaggi trasmessi da Mbemba e Bakambu sottolineano l’importanza di non dimenticare i problemi che affliggono il mondo, anche durante i periodi di celebrazione sportiva. Ricordano a tutti noi la nostra responsabilità di non chiudere un occhio davanti alle ingiustizie e di pensare a coloro che soffrono.
Mentre la Repubblica Democratica del Congo si prepara ad affrontare la Costa d’Avorio nelle semifinali della Coppa d’Africa, il messaggio dei suoi giocatori ricorda in modo toccante che il calcio può essere anche un potente mezzo per sensibilizzare l’opinione pubblica su cause più grandi del semplice gioco. il campo.
La futura prosperità della RDC, in tutti i settori, dipenderà dalla sua capacità di risolvere questi problemi complessi e di garantire una vita migliore ai suoi cittadini. Speriamo che questi messaggi non restino inascoltati e servano da stimolo per una presa di coscienza e un’azione collettiva volta a porre fine alla violenza e alla sofferenza nell’est del Congo. I calciatori possono essere potenti portavoce del cambiamento e, utilizzando la loro piattaforma mediatica, hanno il potere di influenzare positivamente gli atteggiamenti e generare sostegno internazionale per affrontare questi problemi.
La semifinale contro la Costa d’Avorio rappresenta un’opportunità per la squadra congolese di mettere in mostra non solo il proprio talento in campo, ma anche la propria voce per il proprio Paese. Qualunque sia l’esito della competizione, Mbemba, Bakambu e compagni hanno già segnato gol importanti dando voce a chi non può farsi ascoltare e ricordando al mondo la dura realtà domestica. Speriamo che questo appello all’azione non si perda tra gli applausi della folla, ma ispiri un vero cambiamento e una mobilitazione per la pace e la giustizia nella Repubblica Democratica del Congo.