Epidemia di congiuntivite in Africa: allerta contro i pericolosi rimedi tradizionali

News: Epidemia di congiuntivite in Africa: rimedi tradizionali da evitare

Dall’inizio dell’anno diversi paesi africani come le Comore, il Madagascar, la Tanzania e il Kenya sono stati colpiti da un’epidemia di congiuntivite. Questa malattia degli occhi, caratterizzata da occhi arrossati, irritati e che lacrimano, ha rapidamente guadagnato terreno, passando da poche centinaia di casi a migliaia nel giro di poche settimane.

Sebbene la congiuntivite sia solitamente causata da infezioni virali o batteriche, alcuni rimedi tradizionali offerti dai guaritori locali preoccupano l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Infatti, pratiche come l’uso di urina, solfato di alluminio o olio di canapa per trattare i sintomi della congiuntivite non sono raccomandate dall’OMS, perché possono essere irritanti o addirittura corrosive e causare cicatrici che possono compromettere la vista.

Di fronte a questa situazione preoccupante, le autorità sanitarie della Tanzania, il Paese più colpito dall’epidemia, stanno intensificando le campagne di sensibilizzazione. Il dottor Christopher Cyrillo Mathias, medico di Dar es Salaam, testimonia questa situazione: “Le persone usano rimedi come urina, acqua salata o persino fango per curare i loro occhi rossi. Purtroppo nella nostra società ci sono persone che si permettono di esprimere la propria opinione su questioni mediche, il che rende difficile la diffusione delle buone pratiche”.

La scarsa conoscenza della salute da parte della popolazione e la diffusione di consigli errati attraverso i social network costituiscono una sfida per gli operatori sanitari. È quindi fondamentale promuovere buone pratiche di igiene oculare: lavarsi gli occhi regolarmente, evitare il contatto con persone già infette e consultare un medico se la situazione peggiora.

Questa epidemia di congiuntivite in Africa evidenzia la necessità di rafforzare l’educazione sanitaria nelle comunità per combattere la diffusione della malattia e prevenire l’uso di rimedi tradizionali potenzialmente pericolosi. Sensibilizzando la popolazione e diffondendo informazioni attendibili attraverso canali di comunicazione adeguati, è possibile ridurre i rischi legati a questa epidemia e favorire la guarigione dei pazienti nel più breve tempo possibile.

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