In Guinea, la libertà di stampa è una questione scottante. Da diciassette giorni Sékou Jamal Pendessa, segretario generale del principale sindacato della stampa, è privato della libertà. Il suo crimine? Ha indetto manifestazioni contro le restrizioni che colpiscono i social network e alcuni media nel suo Paese. Nonostante diverse ore di interrogatorio, Pendessa continua a mostrare un morale forte e resta convinto della legittimità della sua lotta.
Gli avvocati di Pendessa sperano che il dossier venga rapidamente trasmesso alla procura per il rinvio a giudizio definitivo. Sperano anche che il gip abbia il coraggio di emettere un ordine di licenziamento. Nel frattempo, il movimento sindacale prevede di lanciare uno sciopero generale per protestare contro l’incarcerazione del loro compagno, ma anche per chiedere la fine del disturbo delle radio private, il ripristino dei canali televisivi Canal+ e Startime, e il rilascio di Internet. .
Martedì mattina è prevista l’assemblea generale dei sindacati per prendere una decisione sullo sciopero. Ibrahim Kalil Diallo, vice segretario generale dell’Unione dei professionisti della stampa della Guinea, ha affermato che la lotta sindacale continuerà fino al rilascio di Pendessa e alla soddisfazione delle altre richieste.
La lotta per la libertà di stampa in Guinea è più continua che mai. Giornalisti e sindacati continuano a lottare per difendere i propri diritti. Resta da vedere come evolverà la situazione e se le autorità guineane terranno conto di queste legittime richieste. La libertà di espressione e l’accesso all’informazione sono diritti fondamentali che devono essere rispettati in tutti i paesi democratici. Si spera che questo caso porti a cambiamenti positivi in Guinea e incoraggi altri paesi a garantire la libertà di stampa.