Il caso che coinvolge il preside sospeso della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Calabar continua a fare notizia. Il secondo testimone dell’accusa nel processo è stato recentemente interrogato dalla difesa e le sue dichiarazioni hanno suscitato forti reazioni.
Secondo il testimone, denominato TKJ, il preside sospeso ha tentato di fargli un “pompino” nella sua macchina. Questa testimonianza ha generato forti reazioni in aula, con l’avvocato difensore che ha messo in dubbio la veridicità di questa accusa.
Il caso, che coinvolge anche un altro avvocato, Sunny Anyanwu, è incentrato sulle accuse di molestie sessuali e tentata perversione della giustizia. L’accusa sostiene che Ndifon, il preside sospeso, ha chiamato TKJ per minacciarla durante il procedimento legale.
Durante il controinterrogatorio, l’avvocato difensore ha messo in dubbio la veridicità delle dichiarazioni di TKJ sulla base della sua precedente testimonianza. Sottolinea che la testimone non aveva menzionato i dettagli della sua esperienza nelle sue dichiarazioni iniziali e suggerisce di aver aggiunto questi elementi in seguito per abbellire il caso.
TKJ ha risposto dicendo che non voleva parlare di questa esperienza traumatica nelle sue dichiarazioni iniziali per vergogna. Ha anche ammesso di aver omesso alcune informazioni importanti, ma sostiene che ciò non era avvenuto con l’intenzione di mascherare la verità.
Questi nuovi sviluppi nel processo sollevano interrogativi sulla credibilità della testimonianza di TKJ e sottolineano l’importanza di un’indagine approfondita per far luce su questo caso.
È essenziale ricordare che tutte le parti coinvolte hanno il diritto a un’equa difesa e alla presunzione di innocenza fino a prova contraria. Nel frattempo, il caso continua a ricevere una notevole attenzione da parte dei media, evidenziando la necessità di adottare misure adeguate per combattere le molestie sessuali nelle istituzioni accademiche.