La distruzione delle infrastrutture civili a Gaza da parte delle forze di difesa israeliane continua a destare seria preoccupazione nella comunità internazionale. L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, ha espresso la sua profonda preoccupazione per questa situazione in una recente dichiarazione.
Secondo Türk, l’esercito israeliano sta distruggendo sistematicamente tutti gli edifici nel raggio di un chilometro dalla recinzione Israele-Gaza, con l’obiettivo di creare una “zona cuscinetto”. Tuttavia, questa distruzione massiccia e indiscriminata di proprietà civili non sembra essere giustificata da ragioni di sicurezza militare, il che costituisce una grave violazione della Quarta Convenzione di Ginevra e un crimine di guerra.
Dallo scorso ottobre, l’ufficio di Türk ha registrato numerose distruzioni e demolizioni di beni immobili, inclusi edifici residenziali, scuole e università, in aree dove i combattimenti non erano o non erano più in corso. Le ragioni di questa diffusa distruzione di infrastrutture civili non sono state chiaramente spiegate da Israele.
La condanna del comportamento di Israele arriva mentre le forze israeliane intensificano gli attacchi aerei a Rafah, al confine con l’Egitto, dove più di un milione di palestinesi sono stati sfollati a causa della guerra contro il gruppo militante Hamas. Nonostante gli avvertimenti degli Stati Uniti e delle Nazioni Unite sulle conseguenze catastrofiche per i civili palestinesi, Israele sta preparando un’offensiva di terra nella città meridionale.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha criticato l’uso sproporzionato della forza da parte di Israele in risposta all’attacco di Hamas dello scorso ottobre. Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha definito “allarmante” la nuova offensiva israeliana a Rafah e ha avvertito che “peggiorerebbe in modo significativo un incubo umanitario già esistente”.
Nonostante gli appelli al cessate il fuoco e alla restituzione degli ostaggi, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha rifiutato l’ultima offerta di Hamas e ha affermato la sua determinazione a continuare l’offensiva militare.
Questa escalation di violenza continua a peggiorare la già precaria situazione umanitaria della popolazione palestinese a Gaza. La comunità internazionale deve ora raddoppiare i propri sforzi per trovare una soluzione pacifica e garantire la protezione dei civili innocenti nella regione.