Lo spettro della pena di morte riemerge nella Repubblica Democratica del Congo, mentre il paese è dilaniato dal conflitto armato nell’est. Il Consiglio Superiore della Difesa ha chiesto l’esecuzione dei colpevoli di tradimento. Questa richiesta ha suscitato forti reazioni da parte delle organizzazioni per i diritti umani e della società civile.
In un comunicato stampa pubblicato l’8 febbraio, ACAT-France e 76 partner hanno espresso il loro sgomento per questa richiesta. Hanno sottolineato le drammatiche conseguenze di una ripresa delle esecuzioni, sottolineando che ciò non avrebbe alcun effetto sul terreno e non contribuirebbe a porre fine alla guerra e alle atrocità nell’est del paese.
Queste organizzazioni hanno inoltre ricordato che la giustizia e il ripristino dello Stato di diritto sono essenziali per lottare contro l’impunità e che la ripresa delle esecuzioni costituirebbe un deplorevole passo indietro rispetto agli sforzi compiuti per abolire la pena di morte dal 2003.
Attualmente, più di 800 persone condannate a morte sono detenute nelle carceri della RDC e nel 2022 sono state emesse più di 163 condanne a morte. Tuttavia, il Paese ha votato contro la risoluzione delle Nazioni Unite per una moratoria universale sulle esecuzioni.
Le organizzazioni firmatarie del comunicato stampa chiedono la non strumentalizzazione della pena di morte e sottolineano che ciò è in contraddizione con la tendenza attuale in Africa. Infatti, 27 stati africani hanno già abolito la pena di morte per legge, ad eccezione del Camerun e della Repubblica Democratica del Congo in Africa centrale.
Hanno inoltre fatto appello alla saggezza del presidente Tshisekedi per trovare una soluzione alla disfunzione del sistema giudiziario e per rispettare i diritti umani, primo dei quali è il diritto alla vita.
Questa richiesta di ripristino della pena di morte nella RDC evidenzia le questioni legate alla giustizia e ai diritti umani in un contesto di conflitto armato. È importante che la comunità internazionale sostenga gli sforzi della società civile e delle organizzazioni per i diritti umani volti a preservare i principi fondamentali della giustizia e l’abolizione della pena di morte.
L’abolizione della pena di morte nella RDC rappresenterebbe un enorme passo avanti, dimostrando l’impegno del Paese nel rispetto dei diritti umani e nella lotta all’impunità. È tempo che la RDC si unisca ad altri paesi africani in questa tendenza positiva e metta fine a un sistema che perpetua solo violenza e ingiustizia.