In un mondo sempre più connesso, i social media hanno svolto un ruolo importante nella diffusione delle informazioni e nell’espressione dell’opinione pubblica. Tuttavia, ci sono sempre stati dibattiti sulla necessità di regolamentare i social media, in particolare per quanto riguarda la diffusione della disinformazione e dell’incitamento all’odio.
recentemente, la rappresentante del presidente Bola Tinubu, Femi Gbajabiamila, lanciando un libro scritto da Babatunde Fashola, ex ministro del Lavoro, ha chiesto la regolamentazione dei social media. Tuttavia, questa posizione è stata fortemente contestata da coloro che difendono i principi della libertà di espressione.
Un attivista, Deji Adeyanju, ha recentemente reagito all’appello di Gbajabiamila dicendo che andava contro i principi della democrazia nigeriana, che si basano sulla libertà di espressione. Ha sottolineato che la Costituzione nigeriana garantisce il diritto alla libertà di espressione e questo diritto deve essere protetto poiché consente opinioni divergenti e critiche su questioni di importanza nazionale.
Adeyanju ha anche sottolineato l’ironia della situazione, sottolineando che il partito politico al potere, di cui Gbajabiamila è parte integrante, ha utilizzato i social media per guadagnare popolarità. Ha descritto come ironico che Gbajabiamila stia ora cercando di regolamentare i social media per proteggersi dalle critiche.
Secondo Adeyanju, nonostante i problemi associati ai social media, la piattaforma ha reso più facile per i cittadini comunicare con i leader politici e ritenerli responsabili delle loro azioni. Ha sottolineato che è proprio questo accesso libero e facile ai politici e ai funzionari governativi che Gbajabiamila cerca di limitare.
Adeyanju ha concluso la sua dichiarazione invitando Gbajabiamila ad abbandonare l’idea di regolamentare i social media o limitare la libertà di espressione dei cittadini, e di concentrarsi invece sulla protezione dello spazio civico e della libertà di espressione.
In sintesi, il dibattito sulla regolamentazione dei social media infuria. Mentre alcuni sostengono la necessità di regolamentare i social media per combattere i contenuti dannosi, altri difendono la libertà di parola e la capacità dei cittadini di esprimersi liberamente sulle piattaforme online. Resta da vedere come si evolverà questa discussione e quali decisioni verranno prese per bilanciare la libertà di parola e l’empowerment degli utenti dei social media.