Test nucleari francesi in Algeria: un passato tossico che continua

Articolo: Test nucleari francesi in Algeria: un passato ancora presente

Oggi ricordiamo il 64° anniversario del primo test nucleare francese in Algeria, effettuato nel 1960. Questo evento significativo nella storia ha lasciato tracce indelebili sul territorio algerino e continua a sollevare preoccupazioni sulla decontaminazione dei siti nucleari. nonché la gestione dei rifiuti nucleari.

L’Algeria ha chiesto formalmente alla Francia, nel 2021, di assumersi la piena responsabilità delle operazioni di ripristino dei siti e di fornire mappe topografiche per individuare le aree di stoccaggio dei rifiuti nucleari. Per l’Algeria si tratta di una priorità per voltare pagina sul periodo coloniale e garantire la sicurezza ambientale di queste regioni.

Jean-Marie Collin, direttore di Ican France, il ramo francese della campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari, sottolinea che il riconoscimento delle vittime dei test nucleari francesi è stato ottenuto grazie alle pressioni della società civile e alla promulgazione della “Morin legge”. Questa legge mira a risarcire le potenziali vittime dei test nucleari francesi, ma rimane poco conosciuta in Algeria.

Tuttavia, la questione della decontaminazione dei siti è un argomento più recente e costituisce una questione importante. Dalle indagini condotte dall’Ican France e dall’Osservatorio degli armamenti è emerso che lo Stato francese aveva deliberatamente sepolto le scorie radioattive. Finora la Francia si rifiuta di comunicare gli elenchi dei rifiuti sepolti e l’esatta ubicazione in cui si trovano. È su questo punto che l’Algeria e la società civile si aspettano progressi dalla Francia.

I test nucleari francesi hanno avuto luogo nel Sahara algerino tra il 1960 e il 1966, per un totale di diciassette test.

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